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lunedì 15 Dicembre 2025,

Manifatturiero veneto, tra segnali di ripresa e settori in difficoltà

Per Treviso il passo congiunturale è del +1,0%. Per Belluno è del +0,1%. All’anticipo di domanda per il timore dazi si sommano possibili segnali di ripartenza ma anche flessioni settoriali. In aumento i macchinari industriali. In calo l’occhialeria.

Nel secondo trimestre 2025 l’industria manifatturiera veneta mostra un lieve miglioramento su base congiunturale. Secondo l’indagine di Unioncamere del Veneto, la produzione cresce complessivamente del 2,4% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Per Treviso l’aumento è dell’1,0%, mentre a Belluno la variazione è quasi nulla (+0,1%).

Il presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno|Dolomiti, Mario Pozza, sottolinea come l’andamento complessivo sia frutto di tendenze differenti: «Sul risultato pesano, oltre all’anticipo di domanda verso il mercato statunitense, anche segnali di tenuta o di ripartenza di alcune importanti filiere territoriali». Il grado di utilizzo degli impianti si attesta attorno al 70% in Veneto e al 69,6% a Treviso, con una leggera risalita rispetto al trimestre precedente. Belluno resta stabile al 67%.

Tra i comparti in crescita figurano il “made in Italy” – in particolare moda e legno-arredo – e i macchinari industriali. Nel caso della moda, l’aumento sembra legato soprattutto alla spinta di esportazioni anticipate verso gli Stati Uniti per il timore di dazi. Il legno-arredo, pur in recupero congiunturale, mantiene un calo su base annua. I macchinari segnano progressi in tutti gli indicatori, compresa la raccolta ordini. Più difficile la situazione dell’occhialeria, in flessione generalizzata, con l’unica eccezione di un rialzo degli ordini esteri, e con un utilizzo degli impianti ben al di sotto della media regionale.

Pozza osserva che anche i dati sull’occupazione offrono segnali incoraggianti, in particolare per la metalmeccanica: nei primi sei mesi del 2025 i saldi occupazionali sono positivi e superiori a quelli del 2024. «Questi possibili segnali vanno sostenuti – aggiunge – stimolando la domanda, anche con aumenti salariali, e accompagnando le imprese nella diversificazione dei mercati».

Il contesto internazionale resta incerto. A fine luglio l’Unione Europea ha raggiunto un accordo con gli Stati Uniti che prevede un’aliquota del 15% per molte merci europee, mentre rimangono al 50% i dazi su acciaio, alluminio e rame. Secondo alcuni commentatori si tratta di un compromesso poco vantaggioso, ma che ha evitato un’escalation commerciale. Per l’Italia, l’anticipo delle esportazioni verso gli USA ha portato a un +7,8% nei primi sei mesi dell’anno.

Sul piano macroeconomico, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita globale al 3,0% per il 2025, con incrementi più robusti in Cina (+4,8%) e India (+6,4%), mentre l’Eurozona resta debole (+1,0%), con l’Italia al +0,5%.

Entrando nel dettaglio provinciale, Treviso registra nel trimestre un incremento del fatturato del 4,4% rispetto ai primi mesi dell’anno, trainato soprattutto dalla componente estera, ma resta in calo su base annua (-0,9%). Gli ordini dall’estero crescono dell’1,3% rispetto al trimestre precedente, mentre la domanda interna è stabile. Le imprese prevedono per il terzo trimestre una sostanziale stabilità, con una quota vicina al 40% che indica valori invariati per produzione e fatturato.

Belluno, invece, mantiene un andamento stazionario in quasi tutti gli indicatori: produzione, fatturato e ordini interni restano pressoché invariati. Solo gli ordini dall’estero segnano un lieve aumento (+1,3%). Le previsioni per il prossimo trimestre indicano, anche qui, una prevalenza di giudizi di stabilità.

Il quadro complessivo conferma un settore manifatturiero veneto che, pur mostrando qualche segnale di ripresa, procede con cautela, condizionato dall’incertezza dei mercati internazionali e dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.

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