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venerdì 5 Dicembre 2025,

Cinque nuovi rifugi ottengono il riconoscimento “Sani e sicuri”

Oltre alla consegna del riconoscimento ai nuovi rifugi, sono stati consegnati i diplomi a 21 rifugisti che hanno seguito il corso organizzato dal Suem 118 dell’Ulss Dolomiti.

Cinque rifugi della Conca d’Ampezzo hanno ricevuto il riconoscimento “Sano e sicuro” nell’ambito del progetto promosso dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss Dolomiti. Si tratta di Col Gallina, Di Bona, Son Forca, Scoiattoli e Malga Ra Stua. La cerimonia si è svolta il 13 agosto alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin.

L’iniziativa, avviata dall’Ulss Dolomiti e oggi estesa a livello regionale, mira a garantire standard elevati di sicurezza sanitaria e prevenzione nei rifugi alpini. Per ottenere la certificazione, le strutture devono rispettare la normativa igienico-sanitaria e soddisfare almeno cinque requisiti, tra cui la presenza di defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) con personale formato al suo utilizzo, la disponibilità di menù con indicazione delle allergie, pasti senza glutine, controlli sull’acqua e misure di prevenzione della legionellosi e del melanoma. Ad oggi, 52 rifugi hanno completato il percorso.

La giornata è iniziata al rifugio Lagazuoi, dove sono stati consegnati targa, defibrillatore e attestato del corso BLSD, e si è conclusa al rifugio Col Gallina, con gli interventi dell’assessore comunale Monica De Mattia, del commissario dell’Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Dal Ben e dell’assessore Lanzarin. Presenti anche esponenti della comunità e partner del progetto, tra cui Agrav, Cai, Confcommercio, Soccorso Alpino e direzione prevenzione della Regione Veneto.

Oltre alla consegna del riconoscimento ai nuovi rifugi, sono stati distribuiti i diplomi BLSD a 21 rifugisti che hanno seguito il corso a maggio, organizzato dal Suem 118 dell’Ulss Dolomiti. Durante la mattinata sono state effettuate anche misurazioni della pressione agli escursionisti.

«Un grande lavoro di rete che ci fa sentire all’interno di una comunità viva – ha dichiarato Dal Ben –. Alzare il livello di qualità delle strutture ricettive del territorio, inclusi i rifugi alpini, è un deciso passo in avanti». Lanzarin ha sottolineato che «avere un defibrillatore in quota e rifugisti formati per utilizzarlo è fondamentale per assicurare la catena della sicurezza», evidenziando anche l’importanza della prevenzione e dell’accessibilità delle strutture.

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