Prosegue la battaglia legale contro il progetto del nuovo impianto a fune “B09.1” a Cortina d’Ampezzo. L’8 agosto, un gruppo di 25 residenti delle frazioni di Lacedel e Mortisa, assistiti dagli avvocati Primo e Andrea Michielan dello Studio Legale Michielan, ha presentato al Tar Lazio nuovi motivi aggiunti e un’ulteriore istanza cautelare nell’ambito del procedimento già in corso. L’atto impugna il decreto di occupazione d’urgenza anticipata emesso lo scorso 3 giugno.
Secondo i ricorrenti, il provvedimento presenta gravi vizi di legittimità: mancanza del progetto esecutivo, inosservanza delle prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale, assenza di opere preventive di messa in sicurezza in un’area considerata a rischio idrogeologico e inversione delle fasi procedurali, con l’occupazione disposta prima delle verifiche tecniche e ambientali.
A supporto della contestazione, le perizie del geologo Eros Aiello, del Centro di Geotecnologie dell’Università di Siena, segnalano una fragilità geotecnica dell’area e giudicano inadeguate le misure previste per garantire stabilità e sicurezza.
I residenti sottolineano inoltre che l’attuale rete di collegamenti sciistici è già ampia e moderna. La cabinovia Col Drusciè, ricostruita nel 2019, collega il centro di Cortina con gli impianti di Ra Valles, Socrepes, Pocol e Tofana; tramite la cabinovia Cortina Skyline, inaugurata nel 2021, raggiunge anche le aree delle Cinque Torri, Col Gallina e Lagazuoi. A loro giudizio, quindi, il nuovo impianto non risponde a una reale necessità, soprattutto considerando che le stesse strutture hanno già ospitato i Mondiali di sci 2021 e ospitano ogni anno la Coppa del Mondo femminile.
Viene anche richiamata la recente approvazione della cabinovia “Lacedel–Socrepes”, in sostituzione delle seggiovie Gilardon–Roncato e Roncato–Socrepes, con portata di 3.000 persone l’ora. Nella relativa valutazione di impatto ambientale, il parcheggio di Socrepes è stato ritenuto adeguato e non sono state rilevate criticità di viabilità o sostenibilità.
Le iniziative legali avrebbero già portato a un risultato concreto: l’incremento di 7 milioni di euro per monitoraggi e mitigazioni paesaggistiche, inizialmente non previsti. Una cifra che, secondo i ricorrenti, conferma la gravità delle criticità e il peso economico delle manutenzioni e dei controlli necessari nei prossimi decenni.
Al momento, il progetto di dettaglio non è stato completato né approvato dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, competente per opere di questo tipo. L’udienza cautelare è fissata per mercoledì 27 agosto davanti al Tar Lazio.
A rafforzare le contestazioni, i ricorrenti citano il recente decreto del Ministero dell’Economia e le dichiarazioni sia del Commissario straordinario per la nuova funivia sia di Simico S.p.A., che riconoscono l’insufficienza delle indagini geologiche svolte. Anche per questo sono stati stanziati ulteriori fondi, portando nuova evidenza – sostengono i residenti – della mancanza di sicurezza e della necessità di monitoraggi e interventi paesaggistici in un’area dichiarata patrimonio mondiale Unesco.
«La nostra azione non è un no ideologico, ma un sì alla legalità, alla sicurezza e alla tutela di Cortina e di chi ci abita. Continueremo a far valere ogni argomento tecnico e giuridico perché siano rispettati la legge e il territorio» affermano i ricorrenti.
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/

1 commento
Giuseppe
E pensare che dovevano essere le olimpiadi della sostenibilità. In realtà Cortina è ancora tutta un cantiere, piena di traffico e confusione, mancano gli alberghi, i parcheggi, le strade… Non va meglio nel resto del Cadore, dove i lavori a strade e trafori sono in ritardo di quattro anni e vanno a rilento. La tratta ferroviaria, ancora solo fino a Calalzo nonostante le rassicurazioni elettorali della Regione-, verrà chiusa dalla prossima estate. E Belluno è la zona più cara del territorio veneto… Siamo destinati a farci ridere dietro da tutto il mondo e a chiudere tutto senza prospettiva alcuna.