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venerdì 5 Dicembre 2025,

C’è un paradiso enogastronomico nel Bellunese: è l’Alpago

Cooperative, singoli appassionati, stelle Michelin, rifugi e malghe: l’Alpago è terra di grandi ambizioni gastronomiche

Da qualche anno la mia meta estiva di luglio è l’Alpago, una scelta nata per comodità: è ben collegato a molte città venete in cui mi sposto per lavoro. Con il tempo, però, ho scoperto un territorio montano autentico, “come una volta”: senza parchi tematici, quasi privo di impianti, ricco invece di faggete, boschi carichi di frutti e cerbiatti che non è raro incontrare lungo le strade. Ma l’Alpago è anche una terra di grandi ambizioni gastronomiche.

Questa vitalità nasce anche dalla sua storia: rimasto per decenni ai margini del turismo di massa, non si è piegato alla logica standardizzata delle località alpine, con i soliti arredi in legno e i soliti quattro piatti, ritrovabili in tutto l’arco alpino, che per lo più reinterpretano, nemmeno troppo audacemente, l’intoccabile cinquina costituita da canederli, polenta, funghi, formaggio alla piastra, e salsiccia. Invece qui l’autenticità è rimasta vivificata dalla creatività: lo spopolamento dei borghi si può contrastare solo con idee forti, e la comunità locale sembra averlo capito bene, unendo tradizione e spirito di cooperazione. Il mio lato romantico mi spinge a pensare che lo spirito comunitario che si respira qui, un bene così prezioso nella società attuale, sia parte del rinascimento che sta vivendo questa terra negli ultimi anni.

Il formaggio Cansiglio (foto Facebook)

Un esempio ne è l’agnello dell’Alpago, riconosciuto Presidio Slow Food, sostenuto dalla cooperativa Fardjma che si occupa di etichettatura e distribuzione, garantendo il giusto sostentamento anche a chi possiede pochi capi. Altrettanto importante, e celeberrimo, è il Centro Caseario del Cansiglio, che raccoglie allevatori bellunesi e trevigiani e produce formaggi biologici con il latte di vacche al pascolo oltre i 1000 metri. Celebri il “latteria”, la ricotta e il “Cansiglio d’alpeggio”, distribuiti in gran parte del Nord Italia attraverso la GDO.

Accanto alle cooperative resistono i singoli appassionati. Come Walter Romor, a Chies d’Alpago, che alleva trote sfidando i giganti trentini: chi lo conosce sa che basta passare davanti a casa sua, aprire il frigo all’ingresso, prendere le trote freschissime e lasciare il dovuto compenso. Un gesto di fiducia reciproca che diventa parte stessa dell’esperienza gastronomica.

Non sorprende quindi che due dei quattro ristoranti stellati della provincia di Belluno siano proprio in Alpago e facciano meraviglie con i prodotti di questa terra. La Locanda San Lorenzo a Puos, attiva dal 1900 e premiata con la stella grazie al lavoro dello chef Renzo Dal Farra già nel lontano 1997, e il ristorante Dolada a Pieve, guidato dal 2003 da Riccardo Dal Prà, che ancora oggi trae dal proprio orto e fattoria molti degli ingredienti serviti.

E oltre alle stelle Michelin, l’offerta locale sorprende per cura e qualità. Dal raffinato Rifugio Carota nel territorio di Pieve, una bomboniera con tovaglie bianche e posate d’argento, agli agriturismi di nuova generazione come Malga Sant’Anna, con la sua terrazza panoramica, o Malga Cate, ottimamente posizionata sulla vallata a pochi km da Tambre, e dove lo chef Alessandro Boschetto valorizza i piccoli produttori e prepara creme per la pelle con la pappa reale delle sue api. Originale anche il lavoro di Malga Illary, una delle prime nell’arco alpino ad allevare yak, utili a mantenere boschi e lupi sotto controllo.

Malga Cate (Foto Facebook)

In quasi tutti i locali si respira un senso identitario forte, che supera il cliché montanaro e lo riempie di anima. È questa la forza dell’Alpago: qui non si fa per piacere, si piace perché si fa.

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13 commenti

  • Sono una alpagota che vive a Monza.
    Grazie per quello che hai detto sull’Alpago!
    Tutto vero.
    Gente semplice, autentica!

    • Tutto bello se gli alpagoti do nuova generazione cominciassero a pensare che gli agnelli sono dei cuccioli come sono I cuccioli di cane di gatto e di qualsiasi animale domestico che il maiale e’ piu’ intelligente e pulito di un cavallo e un cervo sia patrimonio della fauna selvatica e ha diritto do vivere come tutti gli animali citati quando gli alpagoti avranno capito che la vita e’ un diritto inalienalibe di ogni singolo essere vivente e avra’ capito che il rispetto x la vita e’ uguale x tutti allora la valle dell’ Alpago potra’ considerarsi un paradiso x gli uomini che la abitano nei paesi e le altre forme di vita che abitano i boschi e le vallate anche impervie.
      Tutti devono avere rispetto della vita in quanto dono di madre natura.
      Ed il paradiso e’ dove tutto cio’ sara’ rispettato.
      Ed ora a chi non garba questo mio comment I puo’ tenere a mente che Leonardo da Vinci fosse che verra’ un giono in cui l’uccisione di un essere diverso dall’ uomo sara’ considerato un crimine quanto aver ucciso un uomo.

    • Tutto bello se gli alpagoti do nuova generazione cominciassero a pensare che gli agnelli sono dei cuccioli come sono I cuccioli di cane di gatto e di qualsiasi animale domestico che il maiale e’ piu’ intelligente e pulito di un cavallo e un cervo sia patrimonio della fauna selvatica e ha diritto do vivere come tutti gli animali citati quando gli alpagoti avranno capito che la vita e’ un diritto inalienalibe di ogni singolo essere vivente e avra’ capito che il rispetto x la vita e’ uguale x tutti allora la valle dell’ Alpago potra’ considerarsi un paradiso x gli uomini che la abitano nei paesi e le altre forme di vita che abitano i boschi e le vallate anche impervie.
      Tutti devono avere rispetto della vita in quanto dono di madre natura.
      Ed il paradiso e’ dove tutto cio’ sara’ rispettato.
      Ed ora a chi non garba questo mio comment I puo’ tenere a mente che Leonardo da Vinci fosse che verra’ un giono in cui l’uccisione di un essere diverso dall’ uomo sara’ considerato un crimine quanto aver ucciso un uomo.

  • Dal punto di vista enogastronomico anche i lupi apprezzano

  • Direi che siete un po’ indietro con gli aggiornamenti Malga Cate non è più gestita da Eros Fagherazzi da almeno 4/5 anni, tanto è vero che ha cambiato anche nome e si chiama Casera Pal, non avete nominato l’ Agriturismo Pian Formosa che è frequentatissimo e tanti altri.
    Se dovete scrivere, per favore scrivete cose aggiornate.
    Grazie

    • Ciao Daniela, hai ragione ho sbagliato il nome dello chef, quello corretto è Alessandro Boschetto, lo correggiamo subito e ti ringrazio della segnalazione. Invece sono al corrente che Malga Cate si chiama Casera Pal, ma ho avuto occasione di andarci tante volte, e ti assicuro che anche i nuovi gestori sono consapevoli del fatto che tutti, in zona, la chiamano ancora Malga Cate. Per quelli che non abbiamo nominato infine, questo è un pezzo sui posti che sembrano a me più interessanti ora in Alpago in questo momento, tutte le altre idee sono ovviamente le benvenute 🙂 ma il nostro intento non era fare l’elenco dei posti più frequ
      entati.

  • Perché avete cancellato il mio commento precedente?

  • Avete dimenticato la Locanda San Martino, con una cucina che di è evoluta nel tempo ed ora è una vera chicca

    • Grazie Carlo! La teniamo presente per un futuro articolo, questa volta solo incentrato sui ristoranti.

  • Gran bel posto L’ Alpago,gente accogliente avendo vissuto x anni Puos come docente, dalla fam.Dal Farra Ottavio e figli sono stato trattato come un figlio acquisito Grazie .

  • Sono un frequentatore dell’Alpago da quando avevo 8 anni ,pur essendo nato a Torino ,dove i miei genitori nativi di lamosano e irrighe,dove hanno voluto,una volta in pensione,costruire una casetta per i mesi estivi.Non avete citato col indes ,dove c’è un rifugio ,ora chiuso per mancanza di gestori e il rifugio Mont ( ex Cai)anch’esso chiuso per lo stesso motivo.

  • Buon giorno,
    L’articolo inevitabilmente esclude alcuni aspetti;
    la Conca ha “sofferto”
    – l’estensione della A27
    – l’innevamento naturale del Nevegal

    Ha “beneficiato” del fatto che è rimasto isolato e protetto dall’ affollamento domenicale !! quindi è rimasto autentico e autonomo come lo sono le persone locali !!!
    In ultimo ha rischiato la predazione degli oligarchi russi… Lupi anche quelli ma più spietati nei confronti delle persone rispetto ai Lupi presenti.

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