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domenica 14 Dicembre 2025,

A Sedico una mostra dedicata a Ruggero Monego

L’esposizione resterà aperta fino a domenica 28 settembre, in occasione della mostra mercato di Villa Patt

Sarà inaugurata venerdì 12 settembre, alle 18, a Villa De Manzoni ai Patt di Sedico, la mostra fotografica «Ruggero Monego: una vita coraggiosamente vissuta». L’esposizione resterà aperta fino a domenica 28 settembre, in occasione della mostra mercato di Villa Patt. L’ingresso è gratuito.

L’iniziativa, inserita nel cartellone di Rete Eventi Veneto, è organizzata dalla Provincia di Belluno, dall’Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea, dal Comune di Santa Giustina e dall’Anpi, con il patrocinio del Comune di Sedico e della Consigliera di Parità provinciale. Collaborano anche Anpi Feltre, Ana Belluno, Ana Sedico, il 7° Reggimento Alpini, la Pro Loco di Sedico, l’Associazione Culturale Tina Merlin e la Fondazione Società Bellunesi. L’evento è sostenuto da Visionottica Centrale Belluno.

La mostra si concentra sugli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale e, in particolare, sul giorno della Liberazione a Santa Giustina. Le immagini, scattate da Ruggero Monego il 2 maggio 1945, documentano l’arrivo delle truppe alleate e la reazione della popolazione. Accanto a fotografie già esposte in forma permanente nel municipio di Santa Giustina, saranno presentati scatti inediti e una nuova didascalia introduttiva. Completa il percorso una foto proveniente dall’Archivio Isbrec che ritrae la Liberazione a Belluno davanti a Palazzo Piloni. Gli organizzatori spiegano che l’obiettivo dell’esposizione è mantenere viva la memoria storica e riflettere sul significato della pace.

Dal lunedì al venerdì l’accesso è possibile su prenotazione (m.barbonetti@provincia.belluno.it – 0437 959331). Sabato e domenica ingresso libero dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Ruggero Monego, nome di battaglia «Tabor», nacque a Cesiomaggiore nel 1920. Dopo il diploma come disegnatore tecnico lavorò come falegname. Arruolato nel 1940, prese parte alle operazioni in Francia e in Montenegro. Dopo l’8 settembre 1943 entrò nella Resistenza e combatté con la brigata «Gramsci» sulle Vette Feltrine. Terminata la guerra, non riuscì a reinserirsi nella vita civile e, anche per il dolore della perdita del fratello Franco, ucciso dai nazisti, emigrò in Belgio come minatore. Tornò in seguito in Italia con la moglie Teresa e i figli Franco, Flavia, Francesca e Tiziana.

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