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venerdì 5 Dicembre 2025,

Frana a Socrepes, i residenti replicano a Simico

Gli avvocati che assistono i residenti chiedono un intervento urgente della Procura della Repubblica di Belluno e dell’Autorità Distrettuale di Bacino delle Alpi Orientali. (foto da facebook Telebelluno)

Prosegue il confronto sulla frana che si è verificata tra il 29 e il 30 agosto in località Socrepes, a monte del villaggio di Lacedel. Dopo il comunicato diffuso da Simico il 14 settembre, i residenti e i proprietari dell’area – assistiti dagli avvocati Primo, Andrea e Alessandro Michielan – hanno diffuso una nota per chiarire la loro posizione.

Secondo quanto dichiarato, l’esposto depositato l’11 settembre presso la Procura della Repubblica di Belluno, che ipotizza responsabilità penali e violazioni delle norme sulla sicurezza, «nasce da fatti concreti e documentati». I legali sottolineano che il Tar Lazio non si è ancora espresso sulla legittimità degli atti autorizzativi, avendo rinviato la discussione al merito fissata per il 29 ottobre.

La frana – spiegano i residenti – si è attivata subito dopo l’udienza cautelare del 27 agosto e avrebbe già mostrato un’evoluzione significativa, con un ampliamento della frattura di coronamento oltre i 40 metri.

Un altro punto contestato riguarda la presunta indipendenza dei cantieri. Simico sostiene che quello pubblico non interferirebbe con i lavori privati nelle vicinanze, come lo Ski Bar “Ria de Saco” di Franz Kraler & Co. e la cabinovia Lacedel–Socrepes di Ista S.p.A. Secondo la citata replica, invece, gli scavi «sono a meno di dieci metri l’uno dall’altro» e la frana avrebbe già deformato strutture esistenti, tra cui «il muro di contenimento del cantiere Kraler» e il pilone della cabinovia, richiedendo ulteriori monitoraggi.

La valutazione tecnica, affidata al professor Eros Aiello e al geologo Filippo Bonciani, smentisce la definizione di «allentamento superficiale del terreno» utilizzata da Simico. La relazione descrive una frattura iniziale di oltre 30 metri e abbassamenti del terreno superiori a 30-50 centimetri, con deformazioni su strutture in cemento armato. «Una frana superficiale non sarebbe in grado di deformare una cospicua paratia di pali in cemento armato a oltre cinquanta metri dalla frattura», si legge nel documento.

Le cause sarebbero legate, secondo i geologi del Centro di Geotecnologie dell’Università di Siena, agli sbancamenti estivi fino a 10-15 metri di profondità, eseguiti senza indagini geotecniche né monitoraggi adeguati, in un’area già classificata come fragile dall’Autorità di Bacino. Le piogge dei giorni precedenti avrebbero avuto solo un ruolo secondario.

Il fenomeno, dicono i tecnici, mostra un’evoluzione retrogressiva con progressivi abbassamenti e deformazioni del terreno, mettendo a rischio non solo i cantieri ma anche le abitazioni di Lacedel, la strada regionale 48, la viabilità locale e i servizi.

Per i residenti resta difficile comprendere la scelta di Simico di presentare l’evento come «gestibile» e di non rendere pubblica la relazione del proprio consulente. «Trattandosi di lavori finanziati con fondi pubblici, la trasparenza e la sicurezza collettiva devono essere garantite senza compromessi», dichiarano.

Gli avvocati che assistono i residenti chiedono quindi un intervento urgente della Procura della Repubblica di Belluno e dell’Autorità Distrettuale di Bacino delle Alpi Orientali.

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2 commenti

  • Quale interesse prevarrà? Si confronteranno le perizie? Si ascolteranno le preoccupazioni? O si andrà avanti coi lavori come niente fosse?

  • Non so… Mortisa, Col Druscié. Mi vengono in mente altri toponimi venuti alla ribalta più di sessant’anni fa: monte Toc e monte Salta.

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