
A Longarone, da Belluno, ogni giorno arrivano 9 treni, con ottimo orario cadenzato, per generare 18 correlazioni con le corriere verso Zoldo e verso Claut. In teoria. Perché poi in realtà 6 corriere non ci sono proprio, soltanto 4 scambiano col treno con tempi d’attesa ottimali, 8 propongono cambi assurdi e tra questi ben 5 con attese superiori all’ora. Più o meno lo stesso in senso inverso.
Facciamo un esempio. A Longarone alle 6.56 parte un treno per Belluno, in tempo per l’inizio delle scuole. Ma nessuna corriera arriva in stazione a Longarone per quell’ora, né da Zoldo né da Claut. Il treno successivo delle 7.56? La corriera da Zoldo c’è ma il tempo di attesa in stazione è di 47 minuti.
TreniBelluno.it, su richiesta dell’Amico del Popolo, ha raccolto i dati di tutte le coincidenze indicando criticità e soluzioni. È la Settimana Europea della Mobilità, sul sito ufficiale TreniBelluno presenterà l’esito dell’inchiesta esclusiva.
Valli irraggiungibili. Si parla tanto di lotta allo spopolamento, ma nel caso delle relazioni fra treno e bus sulla linea ferroviaria del Cadore siamo al ridicolo.
«Collegare» significa ridurre la marginalità e l’isolamento. Significa perfino attenuare una delle cause dei suicidi (L’Amico del Popolo n. 36 p. 6). Non si può contrastare lo spopolamento senza collegamenti efficienti e rapidi.
La Regione del Veneto e Trenitalia hanno fatto la loro parte, negli anni scorsi, con corse frequenti e cadenzate. A questo punto la questione interpella direttamente DolomitiBus e chi ne controlla le politiche del Trasporto Pubblico Locale: la risposta tocca dunque alla Provincia di Belluno.
Sul numero 37 dell’Amico del Popolo “di carta” del 18 settembre, in distribuzione questa settimana (su abbonamento, in edizione digitale e in edicola), puoi leggere l’intera inchiesta esclusiva sulle (non) coincidente treno-corriera.
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2 commenti
Rita S.
Incontri, tavole rotonde, ecc. Tutte cose buone, almeno nelle intenzioni, ma cerchiamo di capire che solo con le buone intenzioni, se non sono seguite dai fatti, che sono poi i bisogni quotidiani, non si va da nessuna parte.
Christian
Sono curioso di vedere se alle prossime regionali di novembre i cittadini della Provincia continueranno a votare chi ha distrutto trasporti e sanità (due aspetti non proprio marginali nella vita delle persone che contribuiscono fortemente al decino economico e demografico) oppure se finalmente inizieranno a prenderne coscienza. Forse c’è ancora tempo per invertire la rotta.