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lunedì 15 Dicembre 2025,

Se aveste fede quanto un granello di senape

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe... Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» (Luca 17,5-6; 10)

Il Vangelo di questa domenica parte da una domanda-richiesta che i discepoli rivolgono al Signore: «accresci in noi la fede». Questa richiesta segue i versetti precedenti che parlano del perdono incondizionato. Quanto è difficile perdonare! Il Signore Gesù davanti alla richiesta dei discepoli risponde con un’iperbole: Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: «Sràdicati e vai a piantarti nel mare», ed esso vi obbedirebbe. Un gelso che si sradicherebbe, il gelso che ha radici poderose, un gelso che si pianterebbe nel mare, è chiaro che il Signore parla di un potere sulla natura.

Ecco, la fede in Cristo dona un potere sulla natura delle cose per noi impossibili da risolvere. Fede quanto un granellino di senape, una cosa minuscola, la fede, infatti, non va misurata in quantità, la fede è un rapporto, una relazione, non esiste la fede per sé stessa. La fede è dinamica, parte da un seme, parte piccola e diventa grande. La fede è molto di più di un’emozione, di un miracolo, del contemplare la natura, la fede è fidarsi di Dio quando non tutto è chiaro. La fede è vivere nell’abbandono fiducioso quando ci assalgono l’ansia e le paure della vita che affrontiamo.

E qui, entra in campo l’affermazione finale del Vangelo: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Non è una dichiarazione di “inutilità” nel senso di indifferenza o di qualunquismo. Significa, piuttosto, vivere la nostra fede nella consapevolezza che qualsiasi cosa facciamo è “inutile” alla nostra e all’altrui salvezza se non è profondamente radicata nella fede. Al di là delle tante o poche cose che nella vita – anche nella vita di fede – riusciamo a fare Non sono le nostre buone, molte e grandi opere a farci ottenere la salvezza, anche se queste dovessero ottenerci le lodi degli uomini! Qualsiasi cosa abbiamo fatto, in quantità o in qualità: Dio guarderà solamente alla nostra testimonianza di fede vissuta nel servizio ai nostri fratelli.

In questi giorni, la nostra Diocesi – come molte altre in Italia, credo – vive il momento gioioso e insieme doloroso del cambio dei parroci, con spostamenti da una comunità a un’altra, che in molti casi comporta ovviamente entusiasmo e gioia, in altri tristezza per i legami affettivi che ovviamente si creano dopo parecchi anni. Esaltiamo tutto ciò che di bene il sacerdote ha fatto in tanti anni nella comunità dove è stato. E in cosa consiste questo «tutto ciò che di bene ha fatto»? Vi possiamo trovare elenchi di cose che, più che a un prete, sono da attribuire ad altri professionisti. Tutto molto prezioso e utile, niente da dire: ma è proprio da questo che valutiamo “il bene” che, come sacerdoti, fanno in una comunità? O non forse dal fatto di aver testimoniato il Vangelo spesso in maniera silenziosa, puntando più alla formazione che alle costruzioni, alla predicazione che alla progettazione edilizia, al contatto personale con la gente …

Come prendere coscienza di avere una fede piccola che sa spostare le foreste? Come capire se la nostra è una fede vera? Se siamo servi. Se la nostra vita si mette a servizio della Vita. Se la nostra esistenza impara ad amare e sceglie di amare, imitando colui che si è fatto servo. Servi inutili, dove il significato del termine “inutili” è senza pretese, senza esigenze, senza rivendicazioni.

Giulio Antoniol

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1 commento

  • Ringrazierei anche i parroci che vengono trasferiti perché i fedeli si sono lamentati di loro col vescovo, quelli che vengono rimossi perché non sono stati compresi nell’opera di rinnovamento evangelico delle comunità, quelli che vengono messi da parte perché non più adeguati ai giovani e ai tempi che cambiano…

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