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lunedì 15 Dicembre 2025,

Bello e sicuro: come ti valorizzo il vecchio sentiero dentro un castello

Il progetto del Castello del Buonconsiglio è un caso emblematico: l’apertura di un corridoio pedonale interno ha permesso di collegare due punti di una strada urbana molto frequentata. A Castel Beseno, invece, il prato del maniero viene usato per attività scolastico

L’economia della saturazione propone un cambio di paradigma: non crescere costruendo sempre nuove opere, ma valorizzare ciò che già esiste. Se l’economia circolare pone al centro l’ambiente e il riciclo dei materiali, la saturazione mette al centro la persona, attraverso l’uso intelligente e pieno delle infrastrutture e dei servizi disponibili.

In questo approccio people oriented, la centralità della persona diventa il motore di nuove opportunità, poiché consente di ampliare l’utilità delle risorse senza richiedere ulteriori investimenti strutturali. Ne sono un esempio i trasporti pubblici, i musei e gli impianti di risalita, dove l’incremento degli utenti non genera costi aggiuntivi di gestione ma aumenta il valore complessivo del bene collettivo.

(Foto LM Castello del Buonconsiglio di Trento vista dalla Scuola Elementare R. Sanzio)

Il progetto del Castello del Buonconsiglio rappresenta un caso emblematico di questa logica. L’apertura di un corridoio pedonale interno ha permesso di collegare due punti di una strada urbana molto frequentata, migliorando la sicurezza e la fluidità dei percorsi senza consumo di suolo né costi infrastrutturali rilevanti. L’iniziativa non ha comportato nuove costruzioni, ma la riattivazione di spazi prima inaccessibili, resa possibile dalla convergenza strategica tra la direzione del Castello e l’amministrazione comunale.

I benefici si misurano su due livelli: funzionale e sociale. Sul piano funzionale, il nuovo passaggio ha reso più agevole e sicuro l’attraversamento, soprattutto in un’area utilizzata quotidianamente da cittadini e studenti. Sul piano sociale, l’assenza di barriere fisiche ha affidato la piena funzionalità del corridoio alla responsabilità civica degli utenti, trasformando il Castello in una vera infrastruttura urbana condivisa.

(Foto Castello del Buonconsiglio. Veduta del giardino interno e del corridoio pedonale).

Questo esempio dimostra come l’ottimizzazione del patrimonio storico e culturale e la cooperazione tra istituzioni e cittadini possano generare un valore superiore alla somma delle singole componenti. È una declinazione concreta della saturazione applicata alle infrastrutture culturali e urbane, che anticipa i temi sviluppati nell’intervista ad Adriano Conci, architetto e sostituto Dirigente del servizio tecnico del Museo Castello del Buonconsiglio di Trento.

Architetto Conci, come nasce l’idea di aprire un corridoio pedonale attraverso il Castello del Buonconsiglio?

L’idea è nata dall’esigenza di migliorare la connessione pedonale in una zona centrale della città, dove i flussi quotidiani di cittadini e visitatori richiedevano un percorso più sicuro e diretto. Si è scelto di riattivare spazi interni del Castello finora inutilizzati, grazie alla collaborazione tra la direzione del museo e il Comune di Trento, che hanno condiviso l’obiettivo di coniugare tutela del patrimonio e utilità pubblica. Si trattava, in apparenza, di una soluzione semplice: le mura del Castello hanno sempre rappresentato una barriera tra il monumento e la città, e l’apertura dei portoni su via Bernardo Clesio ha consentito di creare una nuova permeabilità tra i due ambiti. Non tutti, però, erano favorevoli. Alcuni ritenevano che la configurazione storica del museo – basata sull’unità tra mura, giardino ed edificio – dovesse rimanere immutata, senza aperture verso l’esterno.

La svolta è arrivata durante i lavori di riqualificazione di piazza della Mostra. In quella fase, il passaggio interno fu utilizzato come percorso provvisorio in sostituzione del marciapiede esterno, chiuso per motivi di cantiere. L’esperimento dimostrò immediatamente i vantaggi della nuova connessione e contribuì a superare le resistenze iniziali: ciò che era nato come soluzione temporanea si è affermato come opportunità stabile per la città.

(Foto LM. Vista di Via Bernardo Clesio con traffico veicolare e il marciapiede del Castello del Buonconsiglio in direzione nord; sullo sfondo le scuole elementari Raffaello Sanzio).

Quali benefici concreti ha prodotto questa scelta dal punto di vista funzionale e per l’utenza?

L’apertura del corridoio ha semplificato gli spostamenti pedonali, creando un collegamento diretto e sicuro tra due aree urbane. La mobilità cittadina è risultata più fluida e i percorsi più brevi e protetti, senza la necessità di nuove opere. È un esempio di come la riorganizzazione dell’esistente possa produrre benefici immediati, in linea con il paradigma della saturazione. L’intervento ha inoltre fatto emergere nuove modalità di fruizione. Molti passanti, anche se “frettolosi”, hanno avuto occasione di scoprire il giardino e gli spazi interni, trasformando un semplice attraversamento in un’esperienza di contatto con arte e storia. Si è così generata una frequentazione diffusa, che ha reso il Castello parte della vita quotidiana, riducendo la distanza tra patrimonio storico e città e favorendo una percezione più integrata del monumento.

(Foto Castello del Buonconsiglio. Il parco interno, un tempo riservato, è oggi reso accessibile e vissuto dalla città).

(Foto LM. Il corridoio del Castello del Buonconsiglio corre accanto al marciapiede urbano verso nord, con il dettaglio di una porta che introduce all’interno del percorso)

(Foto LM. Corridoio del Castello del Buonconsiglio parallelo al marciapiede urbano in direzione sud)

L’intervento ha avuto anche un effetto sull’accessibilità al Castello del Buonconsiglio. In che modo?

Il corridoio pedonale ha reso il Castello più accessibile, rafforzando il legame diretto con la città. Oggi i cittadini lo percepiscono come parte integrante della vita urbana, non solo come spazio museale. L’accessibilità va intesa non soltanto in senso fisico, ma anche come vicinanza simbolica tra comunità e patrimonio: il Castello si configura così come luogo aperto, permeabile e civico. Dal punto di vista pratico, il percorso è stato sbarrierato rendendolo quindi fruibile anche con passeggini e carrozzine. A ciò si aggiungono gli interventi di riqualificazione di piazza della Mostra, che hanno eliminato ostacoli negli accessi esterni, e il recente completamento dell’ascensore che collega la Sala “Buonconsiglio” e la Sala “Giuseppe Gerola”.

Contestualmente è stata inaugurata una sala accessibile, dotata di un plastico della città e della sua evoluzione, di un plastico tattile per ipovedenti e non vedenti e di un monitor multimediale con informazioni sul museo e sulle collezioni. L’accesso alla sala è gratuito e rappresenta un ulteriore servizio a disposizione di cittadini e visitatori. Il passaggio pedonale, insieme a questi interventi, non ha solo migliorato la mobilità, ma ha anche ampliato le opportunità di fruizione culturale. Chiunque può attraversare il Castello, accedere liberamente a contenuti didattici e culturali e vivere il monumento anche nella quotidianità – ad esempio fermandosi in caffetteria – senza acquistare un biglietto. È un modello di valorizzazione che unisce inclusione, promozione culturale e qualità urbana.

Oltre alla funzione pratica, quali ricadute sociali ha generato il progetto?

L’apertura del passaggio ha trasformato il Castello da luogo esclusivamente museale a spazio vissuto quotidianamente dai cittadini. Questo ha rafforzato il senso di appartenenza e ha permesso di superare l’immagine del Castello come semplice “muro difensivo”, valorizzandolo invece come infrastruttura civica. Un aspetto particolarmente significativo riguarda la vicinanza con le scuole elementari Raffaello Sanzio. Il corridoio consente ai bambini di raggiungere le aule in sicurezza senza promiscuità con il traffico veicolare, mentre i genitori possono accompagnarli riducendo tempi e percorsi. In un contesto in cui il problema principale è spesso quello di ottimizzare i tempi di spostamento tra casa, scuola e lavoro, questa soluzione ha prodotto un beneficio immediato e tangibile. In questo modo il progetto non ha soltanto migliorato la mobilità, ma ha promosso anche coesione sociale e capitale civico. La quotidianità dei cittadini si arricchisce di un percorso protetto che unisce sicurezza, risparmio di tempo e una nuova esperienza di contatto con il patrimonio storico.

(Foto LM. Scale di accesso al Castello del Buonconsiglio e marciapiede che collega in sicurezza alle scuole elementari Raffaello Sanzio).

Possiamo considerare questo intervento un modello replicabile in altre realtà?

Sì, perché molte città custodiscono luoghi ed edifici che possiedono potenzialità inespresse. Spesso è sufficiente guardare con occhi diversi ciò che già esiste per individuare soluzioni semplici a problemi complessi. Il caso del Castello del Buonconsiglio mostra come un intervento a basso impatto possa produrre un beneficio pubblico rilevante.

Non è necessario costruire di più, ma saper utilizzare meglio le risorse a disposizione. In questo senso, stiamo lavorando anche su altri contesti. A Castel Beseno, ad esempio, con il Comune abbiamo favorito l’uso del “campo dei tornei” come luogo scolastico: le scuole, attraverso riunioni con insegnanti e genitori, lo stanno trasformando in uno spazio di aggregazione educativa e comunitaria. È un’area sicura, gratuita e protetta che consente di rafforzare il legame tra scuola, territorio e patrimonio culturale, creando occasioni di incontro che altrimenti non si realizzerebbero.

(Foto Castel Beseno)

(Immagine di Castel Beseno con dettaglio del campo dei tornei)

Un percorso analogo è in corso anche con la chiesetta di Caldes, pensata come spazio a disposizione del Comune per attività promiscue e inclusive, capaci di attrarre pubblico e comunità. Sono esperienze che rientrano pienamente nella logica dell’economia della saturazione, perché dimostrano come la valorizzazione dell’eredità culturale possa generare nuove funzioni sociali senza consumo di risorse aggiuntive.

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5 commenti

  • Se a Feltre imbrattano gli antichi camminamenti, se ne apriamo di nuovi che accadrà? Ci vuole maggiore educazione civica.

  • Una delle fotografie rappresenta il Castel Beseno non del Buon Consiglio

    • Magari leggi tutto l’articolo l’articolo prima di commentare.

  • Iniziativa esemplare! Bravissimi! La prenderemo ad esempio per i percorsi del Parco delle Mura di Padova!

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