Tra i tanti fattori che da alcune settimane sembrano rendere sempre più fosco l’orizzonte internazionale, mi pare ce ne sia uno che dovrebbe inquietarci più di altri: la volontà di arruolare Dio nel proprio schieramento. Sembra ci sia una gara a chi cita con maggior frequenza passi della Bibbia. È difficile tenere il conto di quali tessere di partito siano attribuite a Gesù. Si cerca una giustificazione divina a quanto si afferma e si compie. È già successo tante altre volte nella storia e, per usare un eufemismo, non è mai andata a finire bene. Senza scomodare le lontane crociate, possiamo ricordare un esempio che tutti conoscono del Secolo breve. «Gott mit uns», in tedesco «Dio è con noi», era la scritta incisa sulla fibbia d’acciaio dei soldati nazisti e delle Schutz-Staffel del Terzo Reich. E sappiamo di quali crudeltà sono stati capaci.
Se come cittadino ciò mi inquieta, come cristiano provo una profonda avversione per chiunque utilizzi parole e simboli, per me e per molte persone preziosi e traboccanti di significato, per dividere, contrapporre, ottenere consensi, dissimulare la realtà e, probabilmente, nascondere l’incapacità di rispondere ai reali bisogni delle persone. I verbi appena ricordati si pongono in antitesi con il messaggio di Gesù che, non dimentichiamolo mai, è morto in croce, cioè è “fallito” in una logica puramente umana.
Infine, temo, e in alcuni casi è evidente, che molte citazioni delle Sacre Scritture, sbandierate da uomini e donne che occupano importanti ruoli istituzionali, siano utilizzate senza considerare i testi sacri nel loro insieme e soprattutto un’adeguata esegesi, cioè un’analisi e un’interpretazione dei passi del Vecchio e Nuovo Testamento che tengano conto del contesto storico in cui sono stati scritti e della lingua impiegata dagli scrittori.
Una citazione letteraria. Per farci riflettere sulla pericolosità di “arruolare” Dio nel proprio schieramento, nel provocatorio Le tre parole che cambiarono il mondo, Marc Augé – scrittore e antropologo francese scomparso nel 2023 – immagina che il giorno di Pasqua del 2018 il compianto Papa Francesco annunci che «Dio non esiste». Le conseguenze di questa rivoluzionaria affermazione furono che nell’arco di una settimana cessarono tutte le guerre e si affermò una fratellanza universale, che è proprio l’evangelo annunciato da Gesù sulle strade, guarda la coincidenza, della Palestina. Un paradosso, ma illuminante.
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/

2 commenti
Giuseppe
Ecco il risultato dell’apostolato biblico: tanti citano la Bibbia a sproposito, attribuendo a sé quanto è prerogativa del Messia.
Luigi Franco Piacentini
Bravo 👏