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venerdì 5 Dicembre 2025,

È la montagna che comanda la pianura

L'editoriale dell'avvocato amministrativista Enrico Gaz sul numero 41 dell'Amico del Popolo datato 16 ottobre 2025

Un intervento normativo organico per le zone montane mancava dal 1994. Nel passato, la distanza tra un intervento e il successivo non aveva mai raggiunto i tre decenni. Era inevitabile che questa lunga attesa alimentasse tante aspettative e una certa trepidazione, soprattutto in una provincia interamente montana e di confine, ma non dotata di autonomia. In varie legislature precedenti si erano riposte inutili speranze nei lavori avviati sul tema, poi naufragati per lo scioglimento anticipato delle Camere.

La legge n. 131 del 12 settembre 2025 fissa un punto fermo importante, soprattutto nel linguaggio usato che esprime un approccio avanzato nella visione politica della montagna. L’importanza strategica delle zone montane viene collegata ad una pluralità di indicatori positivi, a testimonianza della ricchezza, delicata e complessa, di questi territori. La loro tutela e valorizzazione viene letta anche in termini di «contrasto della crisi climatica e demografica e nell’interesse delle future generazioni e della sostenibilità degli interventi economici» (art. 1).

L’operatività concreta di queste innovative affermazioni di principio si sposa invece con un metodo già conosciuto, quello della attuazione diluita nel tempo. Larga parte delle previsioni necessita di una attività esecutiva ad hoc di cui però si è già sperimentata la latitanza in analoghe occasioni. Sarebbe illogico che, tra lungaggini degli uffici ministeriali e termini non perentori, si corra il rischio di non rispettare le scadenze programmate per norme di grande rilevanza come quelle sulla corretta classificazione dei territori montani o sugli aiuti economici e contrattuali al personale sanitario e scolastico che opera in essi, oppure sulla copertura delle piante organiche dei Tribunali.

La legge sembra avere chiaro che la montagna non sussiste senza i montanari, ai quali pertanto vanno assicurati tutti i servizi pubblici primari. Allo stesso tempo, scorrendo la legge pare altrettanto chiaro che il Parlamento sia persuaso che senza zone montane “in salute” soffre l’intero territorio nazionale. Molteplici sono le disposizioni dedicate ai pascoli, ai boschi, alle aree protette, ai ghiacciai e bacini idrici, ai cantieri forestali, alle funzioni ecosistemiche e così via, a riprova della preminenza della tutela del territorio.

Luigi Sturzo non si stancava di ripetere: «la montagna comanda la pianura e non viceversa; il forestale viene prima dell’agricoltore e non viceversa».

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