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venerdì 5 Dicembre 2025,

Vanessa, giovane mamma, porta avanti la gelateria di famiglia

Di Silvia De Fanti. Dal 30 novembre a 2 dicembre a Longarone torna la Mostra internazionale del gelato

Che sia sul cono o in coppetta, il gelato per la Val di Zoldo rappresenta parte della sua identità. Creare questa dolce crema è un’arte emblematica dei paesi tra Pelmo e Civetta, tanto da far sentire la mancanza sul territorio di un museo dedicato per raccontarla, oggi previsto nell’agenda del Comune. Tra necessità e passione, il mestiere del gelatiere in valle come all’estero, per alcuni continua la sua tradizione centenaria, preservandone la memoria, ma anche adattandosi ai cambiamenti. Nonostante lo spopolamento, e anche se sembra essere un lavoro meno diffuso che in passato, è motivo spesso di orgoglio e fonte di storie.

Vanessa Campo Bagatin è una giovane mamma della Val di Zoldo che, con il compagno lavora nella gelateria del padre, storico proprietario della gelateria Pelmo nel paese di Dont.

Vanessa, sei anni fa hai deciso di intraprendere questo mestiere, con il tuo compagno che prima svolgeva un lavoro completamente diverso, l’elettricista. Adesso sa fare il gelato alla maniera zoldana…
«Sì, all’epoca si chiudeva la gestione della gelateria da parte di un’altra famiglia. Tutto è partito con mia sorella: insieme a lei e al suo fidanzato di allora avevamo deciso di prenderla noi, poi lei ha scelto un’altra strada e io sono rimasta.
Sai, è l’attività di famiglia, è bello continuare la tradizione, sarebbe stato un peccato lasciare tutto. È la gelateria di nostro padre, negli anni ‘80 circa comprò una bottega in Germania e poi questa qui a Dont. Quest’ultima la diede in gestione per alcuni anni, in seguito, quando siamo nate io e mia sorella, dovette scegliere tra la Germania e Zoldo, alla fine decise di tornare qui. Dopo la ristrutturazione dell’edificio nel 1999 lui è rimasto a Dont fino al 2011, adesso continua la sua attività di gelatiere a Bolzano. Al momento siamo ancora in un’unica società con mio papà, ma più avanti ci piacerebbe metterci in proprio».

Perché è molto frequentata dagli emigranti che fanno il vostro lavoro?
«Sì, abbiamo molti gelatieri che tornano dalla Germania finita la stagione. Ci sono anche turisti, ma non sono gli stessi numeri dell’estate. Alcuni si stanno abituando col tempo a venire in gelateria anche d’inverno, magari dopo una sciata per mangiare il gelato. Poi ci sono i clienti storici. Ad esempio, mi ricordo di una famiglia di Roma, in ferie a Pieve di Cadore, venuta qui apposta in gelateria perché aveva sentito che Zoldo era la patria del gelato. In una settimana di vacanza è passata tre volte».

Nel numero 47 dell’Amico del Popolo “di carta” del 27 novembre, in distribuzione questa settimana (su abbonamentoin edizione digitale e in edicola), puoi leggere per intero l’articolo di Silvia De Fanti. E in più trovi anche qualche informazione sulla Mostra internazionale del gelato, visitabile a Longarone fino al 2 dicembre.

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