«In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore…» (Is 11,1-10).
«Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse». Il bellissimo inno di Isaia della prima lettura inizia con questa immagine: un tronco tagliato e secco, simbolo delle infedeltà dei re discendenti di Davide. Ma ecco spuntare da questo tronco morto un germoglio, cioè un inizio assolutamente inatteso e quindi gratuito di vita. Dobbiamo lasciarsi sorprendere dall’opera del Signore.
Là dove c’è una storia di Grazia all’opera, anche se il tronco venisse reciso, il Signore è fedele e saprà far sbocciare un germoglio. E la pianta che riprenderà vita sarà più ricca della precedente, perché più trasparente dell’opera gratuita di Dio, in quanto non deriva dalle capacità umane.
Quello di Isaia è un grande poema messianico: è il Messia che spunterà da quel tronco. Su di lui lo Spirito è effuso in pienezza e totalità. Ma il dono più alto che il Messia riceve da Dio è la costruzione di un regno di giustizia e di imparzialità, di difesa dell’oppresso e di pace. Questi valori saranno così determinanti il vivere fra gli uomini, da dare origine addirittura ad un nuovo paradiso. Si congiungeranno in armonia indistruttibile quelle realtà che, in natura, sono opposte e inconciliabili: gli animali selvaggi (lupo, pantera, leoncello, orsa, leone, aspide) e gli animali domestici (agnello, capretto, mucca, bue, lattante). Questa è la pace che il Messia porta: questo è ciò che è venuto a realizzare Gesù Cristo.
Scriveva don Tonino Bello: «Buon Natale, amico mio: non avere paura. La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E, se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese. E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E una foresta di speranze sfida i venti densi di tempeste, e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte. Non avere paura, amico mio. Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi. Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te. […] Se vi dico che uno stelo di speranza è già fiorito, è perché voglio esortarvi a recuperare un genere diverso di vita e un nuovo gusto di vivere. È perché voglio invitarvi a stare nella crisi attuale senza rassegnazioni supine, ma con lucidità e coraggio. È perché voglio stimolarvi ad andare controcorrente e a porre sui valori morali le premesse di un’autentica cultura di vita, che possa battere ogni logica di distruzione, di avvilimento e di morte. Gesù che nasce, è il segno di una speranza che, nonostante tutto, si è già impiantata sul cuore della terra».
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/
