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martedì 30 Aprile 2024,

Dal 17 al 19 settembre, a Belluno, rivive l’antica tradizione della forgiatura delle spade

Il programma degli eventi organizzati nell'ambito del progetto “Klang – Spade di leoni e aquile”: una mostra, un convegno transfrontaliero, dimostrazioni pratiche e molto altro ancora.

Dal 17 al 19 settembre, a Belluno, rivive l’antica tradizione della forgiatura di armi bianche. Gli organizzatori sono al lavoro da mesi e gli aspetti più salienti del programma sono stati svelati oggi, giovedì 26 agosto, nella sede del Circolo cultura e stampa bellunese, uno dei partner del progetto “Klang – Spade di leoni e aquile”, sospeso tra valorizzazione turistica, riscoperta storica e scientifica di un passato finora noto per lo più agli addetti ai lavori. Proprio il Circolo, assieme agli altri partner dell’Interreg V-A Italia-Austria – ­i Comuni di Belluno, di Santa Giustina e di Maniago, l’Università di Innsbruck – è stato impegnato nel tessere una serie di relazioni che hanno permesso di stilare il ricco calendario di appuntamenti che, tra poche settimane, animeranno il capoluogo.

«Si comincia nella serata del 17 settembre con l’inaugurazione della tre giorni al Teatro comunale», spiega Marta Azzalini, che per il Circolo ha seguito l’intero progetto. «Nel pieno rispetto delle regole anti Covid, saranno presenti tutti i partner e verrà illustrata la mostra documentaria che, dal giorno successivo e fino al 9 gennaio 2022, sarà ospitata al Museo civico di Palazzo Fulcis». “Acqua, ferro, fuoco. Arte delle spade nel Bellunese”, questo il titolo dell’esposizione, grazie alla quale sarà illustrata l’intera filiera produttiva, partendo dalle miniere e arrivando fino alle fucine, non solo di Belluno, ma di quello che era tutto il distretto, che coinvolgeva la Valbelluna e il Feltrino e si spingeva sino al Vittoriese e su fino a Maniago. La mostra sarà costituita da materiale documentario proveniente dall’Archivio storico di Belluno. Ma non mancherà un “ospite” d’onore: una spada, prestata da un museo di Milano, che porta la firma di Andrea Ferrara, maestro spadaio bellunese conosciuto in tutto il mondo. «Questa iniziativa salda e va ad arricchire l’operazione già portata avanti al Fulcis», sottolinea il curatore, Carlo Cavalli, «e che ci ha permesso, a giugno scorso, di inaugurare la Sala degli Spadai, dove sono esposti i 28 manufatti – tra spade, armi in asta, un fodero e una targa – tutti provenienti dal Museo Correr di Venezia». «Quella al Fulcis è una collezione permanente», aggiunge il curatore, «ma l’allestimento attuale non sarà definitivo, nel senso che potranno arrivare dal Correr altri manufatti e l’esposizione sarà modificata nel tempo».

Un particolare della Sala degli Spadai, allestita al Museo Fulcis.

Il 18 settembre sarà anche la giornata del convegno transfrontaliero “Attraverso i confini alpini. La produzione di spade tra l’Italia del Nordest e il Tirolo”, che vedrà la partecipazione di 13 relatori provenienti dalle aree partner del progetto, ma anche dalla Germania e dalla Svezia. «In collegamento con noi, in diretta, ci sarà anche il curatore della sezione armi e armature europee del Museo di Glasgow, in Scozia», fa presente Azzalini, «che ci parlerà del legame di Andrea Ferrara con questa terra e delle oltre 72 mila spade bellunesi che avevano travalicato i confini nazionali ed erano arrivate, appunto, in Inghilterra».

Per tutta la giornata (e anche domenica 19), in piazza dei Martiri, l’Associazione Scuola in fucina di Bienno (Val Camonica) sarà all’opera con dimostrazioni di forgiatura e lavorazione del metallo. E ancora: il 19 l’aula magna del Seminario Gregoriano ospiterà una lezione di Peter Johnson, spadaio svedese, sulla geometria delle spade. Giovanni Sartori, l’esperto di riferimento nell’ambito del progetto “Klang”, sarà invece nel giardino di Sottocastello, dedicato a Loris Tormen. I ricercatori dell’Università di Innsbruck porteranno al Fulcis un banco di lucidatura delle spade realizzato esattamente sul modello di quelli di un tempo. Non mancheranno poi le visite guidate lungo i corsi d’acqua in cui erano disseminati laboratori per la lavorazione del ferro. Finale in bellezza, domenica 19 in piazza Duomo, con uno spettacolo di fuoco e spade.

Disegno che mostra un banco di lucidatura delle spade.

«Tutti gli eventi sono gratuiti», mette in risalto Azzalini, «sul sito www.projectklang.com sarà attivato, 10 giorni prima degli appuntamenti stessi, un form per la prenotazione. Gli incontri che si svolgono al chiuso, per potervi partecipare, necessitano del Green Pass. E naturalmente saranno messe in atto tutte le misure anti contagio».

«Questo evento serve a noi, Comune di Belluno e Museo Fulcis, per mettere a fuoco la Sala degli spadai, attraverso iniziative che non solo si concentrano su temi specifici legati alla tradizione di lavorazione del ferro e produzione delle spade, ma che fanno anche riferimento al contesto europeo», sottolinea Marco Perale, assessore alla cultura del Comune capoluogo. «“Klang” ha fatto nascere una partnership concreta e produttiva, che ci ha permesso di ottenere fondi europei. Aspetto di non poco conto in un periodo difficile, dal punto di vista economico, come quello che stiamo vivendo e in cui la cultura è fortemente penalizzata».

Nel corso della tre giorni sarà anche distribuita la guida all’itinerario tra la provincia di Belluno, Maniago e il Tirolo “Tra miniere, opifici e rogge”, realizzata in italiano, tedesco e inglese. L’obiettivo è quello di unire i territori compresi tra il Tirolo, Maniago e il Bellunese lungo il filo rosso delle spade antiche e formulare una proposta turistica fatta di passeggiate in località poco note ed escluse dagli itinerari delle guide, adatte ad un turismo slow e rispettoso dell’ambiente e della sua storia. La pubblicazione, infatti, percorre alcuni dei luoghi significativi, in uno sforzo comune per mettere in risalto un patrimonio storico di grande importanza, rimasto per molto tempo inesplorato e poco noto ai più. La guida è suddivisa in tre sezioni, ognuna dedicata alle tre aree, con schede di approfondimento dei siti legati alla produzione di lame: dalle miniere alle cave di pietre da mola, dalle fucine alle rogge, dai musei ai castelli. La pubblicazione è disponibile anche nella sede del Circolo cultura e stampa, al Museo Fulcis e negli uffici turistici.

Martina Reolon

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