Oggi la Chiesa celebra in un’unica festa Pietro e Paolo, le due colonne che hanno reso grande la comunità di Roma. Due discepoli che, ognuno nella sua sensibilità, hanno reso un grande servizio al Signore: due santi così diversi che, in vita, hanno avuto più di un’accesa discussione e più di uno scambio di vedute… Pietro è stato chiamato da Cristo a diventare custode della fede, garante della integrità dell’annuncio che il Signore aveva fatto agli apostoli e al mondo. Ruolo non proprio adatto ad un umile ed illetterato pescatore di Galilea! Ma il Signore non guarda all’apparenza o alle capacità ma alla persona e al suo percorso. E Pietro, con la sua autenticità e la sua capacità di pentirsi per i propri peccati, ammettendo i propri sbagli, diventa capace di accogliere tutti senza giudicare nessuno. Paolo, invece, è il degno rappresentante di un mondo culturalmente aperto e dinamico, capace di riassumere in sé il meglio delle culture da cui proveniva. Il Signore lo ha chiamato per diventare strumento di evangelizzazione presso i pagani e a fondare la Chiesa fuori dai confini di Israele.
Sulla via Ostiense a Roma tra il numero civico 106 e 108, si trova una lapide affissa al muro sotto un bassorilievo che raffigura i santi Pietro e Paolo abbracciati. La lapide dice che in quel luogo sorgeva una cappella, abbattuta agli inizi del secolo scorso per l’allargamento della via Ostiense, in ricordo dell’ultimo incontro avvenuto tra l’apostolo Pietro e l’apostolo Paolo, prima di venire separati e condotti al martirio: Pietro verso il Circo di Nerone (oggi Vaticano) dove fu crocifisso e Paolo verso le Acque Salvie (oggi Tre Fontane) dove fu decapitato. I due apostoli vennero separati dai pagani, ma il 29 giugno di ogni anno li ricordiamo uniti, in una sola festa. I cristiani scelsero come giorno ideale il 29 giugno che era la data in cui, sul colle Quirinale, nel santuario pagano di Romolo Quirino si celebra l’anniversario della capitale. Il messaggio che si voleva dare era molto chiaro: se Romolo e Remo, discendenti del troiano Enea, erano stati i fondatori della Roma pagana, Pietro e Paolo erano i fondatori della nuova Roma, quella cristiana. Se l’inizio della Roma pagana si fondava su un fratricidio (Romolo che uccise Remo), la Roma cristiana invece si fondava su un abbraccio, sull’amore che univa Pietro e Paolo divenuti fratelli in Cristo Gesù. Se le figure di Romolo e Remo sono leggendarie, quelle di Pietro e Paolo sono reali. Se la Roma pagana durò circa mille anni, la Roma cristiana sta durando da circa duemila anni.
Nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo tutti i fedeli sono chiamati a pregare in modo speciale per il Santo Padre che racchiude in sé le virtù di questi due giganti: il dono dell’autorità, dell’unità, della custodia della verità (Pietro) e nello stesso tempo il dono della creatività, della libertà dello Spirito (Paolo).
L’icona dei santi Pietro e Paolo ci presenta i due apostoli che si abbracciano. È un gesto semplice e familiare ma che esprime l’essenza del cristianesimo. In quell’abbraccio di pace e di comunione si rendono visibili le parole del Maestro: Pietro e Paolo sono innanzitutto testimoni dell’amore che Cristo ha avuto per loro, nonostante le loro debolezze ed infedeltà e che essi, ora che Gesù è risorto e asceso al cielo, sono chiamati a testimoniare. Possiamo dire che l’icona dei santi Pietro e Paolo sta ad indicare come grazie a Cristo la comunione non solo è possibile ma è il compito primario della Chiesa. Pietro e Paolo simboleggiano l’unione tra ebrei e gentili, cioè tra il mondo pagano e mondo giudaico. Preghiamo per Papa Leone: nella sua biografia e nei suoi primi interventi possiamo cogliere i tratti di questo abbraccio, fatto di accoglienza universale, amore per la tradizione e sguardo a un futuro carico di speranza.
Giulio Antoniol
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1 commento
Giuseppe
Secondo voi è più facile che due sposi vivano inisieme quando tra loro ci sono delle affinità o quando siano molto diversi?