La presentazione delle torce olimpica e paralimpica di Milano-Cortina 2026, tenutasi a Longarone lo scorso 28 agosto, ha offerto l’occasione per riflettere sul significato e sull’impatto dei Giochi in vista dell’appuntamento internazionale. Tra i presenti, anche la Uil del Veneto, che ha espresso il proprio punto di vista attraverso le parole del segretario generale Roberto Toigo.
Durante l’incontro, il presidente del Veneto Luca Zaia ha pungolato i cittadini bellunesi: «Smettetela di piangere, non serve a niente». Li ha invitati a guardare con fiducia al futuro, sottolineando il valore delle infrastrutture che resteranno come eredità dell’evento. Un messaggio che ha suscitato una risposta articolata da parte di Toigo, il quale ha voluto chiarire la posizione del sindacato.
«Chi, come me, vive da queste parti – ha dichiarato Toigo – sa bene che non siamo persone che ci piangiamo addosso solo per il gusto di lamentarci. Non c’è nessuna “malinconia portoghese”, come ha dichiarato il presidente, ma la constatazione della realtà: i treni vanno a singhiozzo, le fragilità del territorio sono tutte lì, pensiamo a nuove infrastrutture quando occorrerebbe preliminarmente mettere in ordine e fare funzionare quelle che ci sono».
Toigo ha evidenziato le difficoltà quotidiane vissute da chi abita in zone montane come il Feltrino, sottolineando le differenze con il vicino Trentino-Alto Adige, regione a statuto speciale. «È vero che loro sono a statuto speciale, ma questo non può diventare un alibi», ha aggiunto, richiamando l’attenzione sulla necessità di politiche più incisive per lo sviluppo economico e per contrastare lo spopolamento giovanile.
Pur riconoscendo il valore dell’appuntamento olimpico, Toigo ha invitato a non considerarlo come una soluzione a tutti i problemi del territorio. «Siamo convinti che le Olimpiadi 2026 saranno una grande occasione, di rilancio e di sviluppo: siamo stati tra i primi a crederci e a sostenerle e non cambiamo idea. Ma i Giochi non risolveranno tutto, ci vuole un lavoro più diffuso e profondo».
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1 commento
Giuseppe
Ritengo che in tempo di democrazia il cittadino abbia il diritto e anche il dovere di esprimere il proprio parere sull’operato dei politici e degli amministratori della cosa pubblica, anche se contrario a quello del presidente della regione: il quale -guarda caso- si lamenta delle lamentele dei bellunesi.