La Funzione Pubblica Cgil di Belluno interviene sulle dichiarazioni attribuite all’ex sindaco di Belluno in merito alla polizia locale. Secondo quanto riportato dalla stampa, l’ex primo cittadino avrebbe definito gli agenti come «persone non selezionate per gestire le armi» o addirittura «operatori non idonei per requisiti fisici e mentali».
Il sindacato ha atteso alcuni giorni prima di esprimersi, nella speranza di smentite che però non sono arrivate. «Non si offendono lavoratrici e lavoratori, per principio: tutti i lavoratori sono meritevoli di rispetto», sottolinea la Fp-Cgil, parlando di frasi «offensive e inaccettabili».
La Cgil ricorda che gli agenti di polizia locale, per poter operare, devono superare un concorso pubblico che comprende anche la valutazione delle capacità necessarie a gestire attività delicate come l’uso delle armi. L’idoneità psico-fisica è certificata da medici competenti e specialisti e viene verificata anche nel tempo. A questo percorso si aggiunge la formazione specifica, che il sindacato considera «fondamentale per garantire la sicurezza degli operatori e dei cittadini».
Sul tema delle armi, la Cgil ribadisce di non aver mai condiviso la scelta dell’amministrazione comunale di dotare di pistola gli agenti locali. La decisione – spiega il sindacato – risponde a «una logica securitaria che allarma la cittadinanza e individua nell’arma la soluzione più ragionevole a bisogni di sicurezza tutti da verificare». Tuttavia, una volta presa la decisione politica, la posizione della Fp-Cgil è stata quella di chiedere che venissero rispettate tutte le norme e le procedure previste in materia di sicurezza.
Il segretario generale Andrea Fiocco conclude esprimendo solidarietà agli agenti coinvolti: «Agli agenti offesi da questi argomenti va tutta la nostra vicinanza».
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