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37

L’Amico del Popolo

21 maggio 2015 - N. 20

Cultura e spettacoli

Che cosa c'è questa settimana

Telebelluno

Dolomiti

La provincia in video

Roma:

il saluto del Papa al

«Coro S. Biagio» di Alleghe

«In-dipendente»:

il Rotary e l’uso di alcolici

tra i giovani

Con don Ciotti

inaugurato il presidio

Libera Cadore (2 p.)

Nella rubrica «Insieme oltre il 2000» si potranno

seguire, da lunedì a sabato, alle

ore 18,30 e 21,30

, e

il giorno seguente alle

ore 10,30:

SABATO 23:

Le «Letture» della Solennità di Pente-

coste, presentate da

don Sirio Da Corte.

LUNEDÌ 25:

La trasferta a Roma del

«Coro San

Biagio» di Alleghe

, in occasione de

l ventesimo

anniversario

della sua costituzione e

il saluto

di Papa Francesco

in Piazza San Pietro.

MARTEDÌ 26:

La manifestazione conclusiva del

Progetto pluriennale

«In-dipendente»

realizzato

dai

Rotary Club di Belluno e di Cortina-Ca-

dore

per sensibilizzare e informare i giovani sulle

tematiche legate alle dipendenze, con particolare

riguardo alla

consumazione di alcolici.

Bellu-

no,

venerdì 22 maggio

.

MERCOLEDÌ 27

: L’inaugurazione del

«Presidio

Libera Cadore»

con la presenza di Don Ciotti,

sabato 9 maggio.

(Seconda parte).

GIOVEDÌ 28:

Rassegna di giornali della provincia

di Belluno:

Comunità,

Taibon Agordino;

Il Piz-

zocco,

San Gregorio nelle Alpi;

Le Campane di

Sant’Antonio,

Rivamonte Agordino;

Le Campane

di Tiser,

Tiser;

Ai piè della Croda Grande,

Gosaldo

Agordino;

L’eco di San Liberale,

Sargnano.

VENERDÌ 29:

Rassegna di attività diocesane, par-

rocchiali, assistenziali e culturali.

dolomiti insolite

Quella panchina, con vista sulla Schiara

All’uscita della «Strada delle gallerie» che dal Roanza porta al Mariano

Le cinque e poco più del

mattino. Appena sotto il Col di

Roanza una strada costruita in

anni lontani del secolo scorso

allorché era stato lanciato il

progetto di sviluppo del Ne-

vegàl. Una strada che incide

il versante sud-occidentale del

Monte Serva, quasi sospesa so-

pra la Valle dell’Ardo. Qualcuno

la chiama «La strada dell’ac-

quedotto», perché vi passano le

tubature che portano l’acqua

sul Nevegàl. Tal altro la chia-

ma «La strada delle gallerie»

perché nel suo avanzare l’uomo

è stato costretto nel suo tratto

più impervio a entrare nelle sue

viscere. Questa rotabile condu-

ce al Mariano luogo di incontro

delle acque del torrente Ardo

che scendono dal Pis Pilon e del

Rui Fret che costeggia le pendi-

ci settentrionali del M. Serva.

Questo percorso si pone come

alternativo alla mulattiera che

da Case Bortot sale al Rifugio

7° Alpini, ma generalmente

non viene utilizzato per questo

scopo, bensì per raggiungere

la Casera-Bivacco de I Ronch

situata a nord del Serva, punto

di passaggio per Forz. Zervoi e

per la Cajada.

Ci piacerebbe invece scoprire

questo itinerario anche in modo

diverso, per una passeggiata,

quale incontro con la Schiara,

occasione di un momento inso-

lito, creato dall’uomo e dalla

natura. Magari di notte, quan-

do si è ancora avvolti dal suo

mantello oscuro, è bello incam-

minarsi lungo un percorso co-

modo, ancorché poco frequenta-

to. Poter «brancolare» nel buio

di una notte che si fa mattina,

giungendo sino a una solitaria

panchina che precede l’ingresso

alla galleria, dinnanzi alla qua-

le si materializza la montagna

che più ci sta a cuore, la regina

dell’insolito.

Ed è quello che ci proponiamo

questa mattina allorché muo-

viamo i nostri primi, quasi

incerti passi accompagnati dal

canto degli uccelli. Un canto in-

distinto, ove emerge col suo rit-

mo incessante, continuo, quello

del cuculo.

Si inizia in salita, tra la vege-

tazione confusa nel colore unico

della notte. Le salite si alter-

nano comunque alle discese,

con tratti pianeggianti. Sopra

di noi avvertiamo l’incombere

del Monte Serva coi suoi ripidi

versanti verdi. Il Serva con la

sua imponenza, con la sua ma-

estosità, è una montagna che

ha la sua importanza nel pae-

saggio della Val Belluna. Dopo

la Schiara per Belluno è il se-

condo monumento. Solo il lento

ma progressivo sopraggiunge-

re della luce fa intuire cosa ci

sta intorno. Ma oggi le nuvole

non sembrano voler concedere

alcunché. La loro generosità

non si spinge oltre al non voler

essere nebbia.

L’occhio vorrebbe spaziare

tra la vegetazione e cogliere la

Schiara, il Terne, la Pala Alta,

il Peron. Ma esso vaga inutil-

mente. Lungo il percorso coglie

comunque in una radura che si

va riempiendo di vegetazione,

le sagome di casera Colturela,

di alcuni ruderi, ma anche una

carrareccia che si stacca sulla

sinistra dalla nostra stradina

e scende al Pont de la Mortis

nella Valle dell’Ardo.

Dopo 30-40 minuti dalla par-

tenza, al colmo di una salitina,

ove la vegetazione si dirada, noi

sappiamo che ci attende una

delle più belle, spettacolari fi-

nestre dolomitiche che ci siano

concesse. La nostra memoria

ricorda come tra le spalle dei

monti Serva e Terne che di-

gradano verso il fondovalle in

cui scorre l’Ardo, il vuoto che si

spalanca dinanzi a noi, si riem-

pia miracolosamente. Dovrebbe

materializzarsi, prendendo le

forme della Schiara, una mon-

tagna ricca non solo di rocce,

ma anche di un’anima.

Il Pelf ricco di movimento

con le sue rocce e i suoi verdi

ripidissimi declivi, dovrebbe

anch’esso prendere forma di-

nanzi a noi, mescolando quasi

con frenesia i due aspetti che

maggiormente lo caratterizza-

no, mentre sappiamo che le sue

pareti occidentali rivolte verso

il Pis Pilon, la parte pretta-

mente dolomitica, rimangono

nascoste allo sguardo avido.

Quasi per pudore. Sappiamo

come la Schiara nel suo mas-

siccio centrale non abbia invece

alcun riguardo, alcuna riserva-

tezza. Essa dovrebbe scoprire

ed esibire in tutta gioia il suo

ancor giovanile fascino, con le

sue pareti ragguardevoli, con la

Gusela apparentemente isola-

ta, che precede fratelli e sorelle

collocati più a sud-ovest in una

gara di bellezza. Nason, Pale

del Balcon. Prima, Seconda,

Terza, Quarta e Quinta Pala.

E il Burel appendice conclusiva

della catena principale, che si

alza oltre le cime dei Pinei, ma

cela la vertiginosa parete che

affonda i suoi precipizi in Val

de Piero. In fondo, alla nostra

sinistra, la Valle dell’Ardo con il

suo profondo solco che conduce

al cuore della Schiara, al Pis Pi-

lon, nasconde anch’essa tante

bellezze nel suo aspro, nel suo

selvaggio. Oggi più che mai.

Qui il viandante non può

non concedersi un lungo mo-

mento di meditazione, magari

sedendosi sulla panca di legno

collocata sul poggio. Una panca

isolata, da cui condividere un

grande momento di natura. Ci

si può stare seduti in due.

Sono le 5.40 del mattino. La

notte si è fatta giorno. Alle no-

stre spalle c’è e si vede la Val

Belluna. E dentro quell’ampia

valle ci sono tante persone che

vanno svegliandosi, tanti so-

gnatori i cui sogni sono desti-

nati a svanire all’alba. Dimen-

ticati dalla loro memoria.

Quassù nella Valle dell’Ardo,

le nuvole si ostinano a rimanere

sospese davanti ai nostri occhi.

Il sogno di un’alba sulla Schia-

ra, seduti su questa panca,

sembra volersi infrangere. So-

pra le nuvole invece, la Schiara

sembra prendere colore. Ma noi

siamo troppo in basso per veri-

ficare e le nubi si ostinano nel

non volersi spostare. Inchiodate

al loro spazio nel cielo. Nemme-

no il sopravvenuto abbaiare di

un gruppo di irrequieti caprioli

riesce a smuoverle. Ci sarà cer-

tamente un’altra sveglia per

andare a guardare la Schiara

da questo balcone panorami-

co, seduti sulla panca. Maga-

ri non saremo soli. Ma le assi

della panchina hanno iniziato

a rompersi, alcune viti si sono

sganciate. Forse la panca si è

stancata di aspettarci, si è la-

sciata andare. Forse non riusci-

rà a resistere ulteriormente al

passare del tempo. Forse doma-

ni, forse domani l’altro, ci sarà

uno spazio vuoto. Un ricordo

difficile da colmare.

Lungo la strada percorsa, al

suo fianco, intanto prosegue

l’inutile abbaiare dei caprio-

li, la loro protesta per l’attesa

vana di un’alba che non è arri-

vata. Ma per il capriolo libero

vagabondo abitatore di questo

territorio, dei suoi boschi, lo

attendono altre innumerevoli

albe all’aperto. A lui non impor-

ta che ci sia la presenza di una

panchina a confortarlo. Oggi

che il cacciatore è quasi scom-

parso da questi luoghi perché i

tempi sono cambiati, perché è

sopravvenuta una nuova sensi-

bilità nei confronti della natura

e dell’ambiente, perché è stato

istituito un Parco Nazionale.

Davanti e di fianco al nostro

sguardo ora appaiono un po’

di Serva, di Pala Bernarda, di

Zimon del Terne. Più lontane,

confuse nella nebbia, le rocce

di una Schiara che ancora non

si vede, ma che c’è e attende di

essere ammirata in un’altra

occasione. Per donarsi, per es-

sere abbracciata. Forse avrem-

mo dovuto essere in due. Mano

nella mano. Forse … la natura

si sarebbe mostrata più gene-

rosa. Non sono bastati i nostri

30 minuti per giungere all’os-

servatorio prima del sorgere

del sole. Inutile è stato provare

a chiudere e riaprire gli occhi

mentre stavo seduto. Quel so-

gno a lungo covato ritorna nel

cassetto. Avremmo almeno

voluto che quella panca fosse

occupata. Quell’attesa non sa-

rebbe mai diventata delusione.

Quel sogno di darsi vicendevol-

mente una mano ci avrebbe for-

se permesso di prendere il volo,

di salire, di attraversare le nubi

e di avvicinarci alla Schiara,

al suo strano, inimitabile obe-

lisco. Ma questa volta il sogno

si è fermato. Quel sogno atten-

de l’arrivo di un nuovo giorno,

accompagnato ancora dal canto

di irrequieti caprioli, ben oltre

un’alba.

Giuliano Dal Mas

SEGUE DA PAG. 35

lunedì 25 maggio

Belluno:

nell’ambito della manifestazione «Il gusto dell’al-

tro», «La psichiatria nella visione etnopsichiatrica»

incontro con il dottor Paolo Cianconi. Sala Bianchi

di via Fantuzzi, ore 18.

martedì 26 maggio

Belluno:

nell’ambito della manifestazione «Il gusto

dell’altro», «Il cibo nell’evoluzione dell’uomo», confe-

renza con il prof. Francesco Cavalli. Sala Bianchi di

via Fantuzzi, ore 20.30.

mercoledì 27 maggio

Belluno:

nell’ambito della manifestazione «Il gusto

dell’altro», presentazione del libro «Bambini proibiti»

quando i clandestini eravamo noi di Marina Frigerio

Martina. Sala Bianchi di via Fantuzzi, ore 17.30.

Belluno:

nell’ambito della manifestazione «Il gusto

dell’altro», «Danzando tra le parole», spettacolo di

musica, danza orientale e parole. Chiostro Istituto

Catullo, ore 20.45.

giovedì 28 maggio

Belluno:

nell’ambito della manifestazione «Il gusto

dell’altro», «Porto di terra», spettacolo di narrazione

teatrale, tetaro San Gaetano di Castion, ore 20.45.

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in autoclave – anche su misura

È solo maggio ma la Ban-

da già comincia a pensare

al prossimo anno scolastico

e organizza per i bambini

dagli 8 anni in su due lezio-

ni aperte gratuite per fami-

liarizzare con gli strumenti

che formano le orchestre di

fiati, vale a dire legni, ottoni

e percussioni.

Lo scopo è quello di for-

nire ai bambini che si sono

formati attraverso i corsi

di propedeutica ma anche

a tutti coloro i quali desi-

derano avviarsi allo studio

di uno strumento musicale

la possibilità di conoscere

da vicino anche strumenti

meno “diffusi”, forse meno

presenti sugli schermi ma

non per questo meno affa-

scinanti, come la tromba,

il flauto, l’eufonio, il corno

francese, il trombone ma

anche le tante declinazioni

del termine “percussioni”, il

saxofono e il clarinetto.

La bellezza di questi stru-

menti sta anche nella possi-

bilità che offrono di essere

sfruttati nella musica d’as-

sieme, valore in cui la Ban-

da crede fermamente.

Lo scorso anno i posti di-

sponibili nella scuola di mu-

sica (a numero chiuso) sono

andati a ruba già durante

l’estate, anche perché, nei li-

miti del possibile, l’Associa-

zione Bellunese “Amici della

Banda” fornisce lo strumen-

to in comodato gratuito per i

primi anni di studio.

Siete quindi tutti invita-

ti alle lezioni aperte che si

terranno presso l’atrio della

Scuola Primaria di Mussoi

venerdì 22 maggio (sax, ot-

toni e clarinetto) e venerdì

29 maggio (corno francese,

flauto e percussioni) alle ore

18.00.

Per iscrizioni e maggiori

informazioni scrivere a

in-

fo@bandabelluno.it

o telefo-

nare a 340 3300632.

«Lezioni aperte» con la banda di Belluno

La panchina di fronte alla Schiara