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L’Amico del Popolo
21 maggio 2015 - N. 20
In provincia e nel mondo
Arruolarmi?
Nel maggio 1915 la guerra aveva già fatto la sua vit-
tima più illustre: la verità.
L’Italia stava per entrare nel conflitto – vi entrò il 24
maggio – che era iniziato in Europa quasi un anno
prima e aveva già mostrato il suo volto terribile sia
sul fronte occidentale sia su quello orientale, in quel-
la famosa Galizia conosciuta dai militari partiti da
Fodom e da Ampezzo.
È noto quanto avvenne un secolo fa e come si mobilitò
l’opinione pubblica, creando un vero entusiasmo per
la guerra. Gli interventisti vinsero ampiamente, con-
vincendo anche cattolici e socialisti che avevano tante
ragioni per preferire la neutralità e cercare la pace.
Partirono per il fronte con entusiasmo e cantando. Ben
presto, sull’Isonzo, il canto si sarebbe spento e l’entu-
siasmo sarebbe morto: i soldati erano stati ingannati.
Rimane intatta, anzi va crescendo, la venerazione per
la sacralità del dolore e delle sofferenze delle truppe
e delle popolazioni; ammiriamo anche oggi il valore
del sacrificio di tanti che obbedirono; ci commuove il
racconto della solidarietà e della fraternità che spun-
tarono tra i militari come fiori rari che nascono tra le
rocce. I loro canti appartengono alla nostra storia e li
eseguiamo ancora con passione.
Ma crescono pure la condanna per il cinismo dei politi-
ci, la crudeltà miope dei generali, l’orrore per i crimini
tenuti a lungo nascosti. Ripasso mentalmente le tante
cose che ho ascoltato nella mia vita che si incammina
verso i settant’anni e cerco velocemente il racconto
più impressionante che si è impresso nella mia me-
moria. Rivedo il ragazzo Giovanni De Lazzer nascosto
tra i cespugli, sulla riva del Cordevole, nella gola tra
Digonera e Caprile, che assiste alla decimazione dei
soldati italiani che fuggivano dal Col di Lana: scappa-
vano dalla morte assurda su quella sterile montagna
e trovavano una morte ancora più assurda da parte
di commilitoni obbligati a rimandarli indietro, terro-
rizzati dallo spettacolo delle decimazioni dei fuggitivi.
Giovanni era anziano quando ricordava quei fatti, era
un uomo forte, indurito dalla vita non facile, ma le
lacrime gli rigavano ancora il volto.
Non sapeva che il Papa di allora, Benedetto XV, de-
finiva la guerra inutile strage, ma la vedeva con i
propri occhi.
Eppure un secolo fa, di questi giorni, correvano ad
arruolarsi. La verità era già gravemente ferita.
La memoria impone vigilanza e grande discernimento
verso tutte le chiamate alle armi.
Ne esistono anche oggi.
Vorrebbero arruolarci in una guerra contro gli isla-
mici. Dicono e scrivono che li temiamo troppo poco e
che non vogliamo vedere il nemico al quale stiamo
aprendo le porte di casa.
Il nemico non sono gli islamici e il conflitto che sta
minacciando il mondo – la minaccia è reale e fa vera-
mente paura – non è un conflitto tra le religioni. Un
nemico c’è e incombe sopra di noi che non lo vogliamo
vedere: è la malvagia disuguaglianza nella distribu-
zione delle ricchezze tra i popoli della terra. Rubo le
parole allo storico Franco Cardini. Prima abbiamo
derubato gli arabi del loro oro (il petrolio); dopo ab-
biamo asservito un intero continente – l’Africa – alle
esigenze economiche del mondo sviluppato, capitalista
o comunista o cinese. Oggi esigiamo che stiano a ca-
sa propria e minacciamo di bombardarli se fuggono
dalla fame e da guerre che anche noi abbiamo acceso
e alimentato con la fornitura di armi.
È il caso di arruolarsi contro tutti costoro?
Su tutt’altro fronte, vogliono che mi arruoli contro il
pericolo del “gender” che abolisce la differenza tra ma-
schile e femminile e confonde le identità, minacciando
seriamente il matrimonio e la famiglia.
Il pericolo esiste; papa Francesco lo denuncia come
colonizzazione ideologica e riguardo alla teoria che
è stata costruita ha detto senza paura che è nata da
una mente ammalata. I più giovani vanno difesi e la
scuola ha una grave responsabilità.
Ci sentiamo accerchiati da nemici che ricevono ordini
da centrali nascoste? Inizieremo una guerra? È obbli-
gatorio assumere i toni della polemica? Rinnoviamo
gli schieramenti pronti alla battaglia?
Qualcuno lo esigerebbe e c’è chi viene a dirmi di par-
larne anche a Messa, nella predica.
Mi convince di più quanto ho letto recentemente in
prima pagina dell’Osservatore Romano: «D’altra parte
è un po’ esagerato – e paradossalmente contribuisce
a rafforzarlo – considerare il gender come il perico-
lo numero uno che i credenti sarebbero chiamati a
combattere.
L’evidente debolezza di questa ideologia fa pensare
piuttosto che in un prossimo futuro ne parleremo sor-
ridendo, come si fa quando si evoca il provvedimento,
attribuito a Robespierre, di tagliare i campanili per
assicurarsi che tutti gli edifici fossero uguali. Certo,
una sicurezza così ben radicata nell’uguaglianza degli
esseri umani deve trovare anche un riscontro nell’or-
ganizzazione della Chiesa, che invece ignora la sua
realizzazione concreta, per la quale è indispensabile
la presenza femminile».
Non mi arruolerò per altre guerre. Mi dedicherò all’im-
pegno di coltivare la verità, anche in frammenti, pre-
sente in quanti da lontano sembrano nemici, ma visti
da vicino, sono sempre miei fratelli, talvolta feriti dai
nostri atteggiamenti o da vecchi pregiudizi.
Luigi Del Favero
Tipografia Piave:
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AnnoCIII -N. 11 - 6marzo 2011
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Le indicazioni della relazione finale del Comitato nazionale per le aree interne
Comelico e Agordino, poca visione strategica
Tra i vari problemi segnalata anche la limitata diffusione della banda larga
È un’analisi amara quella
che il Comitato nazionale per
le aree interne dedica ai due
territori bellunesi - l’Agordi-
no e il Comelico - che, assie-
me ad altre due zone (l’Alto-
piano d’Asiago e il Delta del
Po), la Regione Veneto aveva
candidato a questo nuovo ca-
pitolo delle politiche europee
2014-2020. Come è noto, si
trattava di selezionare una
sola area pilota. Alla fine,
con non poche perplessità a
livello bellunese, la scelta
è caduta a favore dell’Alto-
piano d’Asiago («L’Amico del
Popolo» n. 17).
La relazione conclusiva del
Comitato nazionale, guidato
dall’ex ministro Fabrizio
Barca, è ora consultabile in
Internet. Impietose le sue
considerazioni, sia sul ver-
sante delle condizioni di par-
tenza (una per tutte lo stato
di diffusione della banda
larga) e in chiave di «matu-
rità di visione a medio-lungo
termine», dopo che su queste
colonne avevamo segnalato i
ritardi registrati sul terreno
dell’associazionismo interco-
munale, uno dei prerequisiti
richiesti dal bando.
Nel caso del Comelico, os-
serva il Comitato nazionale,
«bisogna pensare in chiave
più strategica». Da parte
agordina, il Comitato rileva
la mancanza di una «matura
consapevolezza dei fabbiso-
gni» e di una «vera e propria
visione strategica».
Al Comelico il Comitato
riconosce «l’individuazione
chiara e condivisa di uno
sviluppo fortemente legato
al turismo», ma nello stesso
tempo denuncia «pianifica-
zioni comunali molto sfac-
cettate» e altri punti deboli.
Preoccupanti le osserva-
zioni, per il Comelico, che «le
competenze in matematica
della scuola superiore sono
molto basse» e, per l’Agordi-
no, che nonostante «il più alto
reddito delle aree interne del
Veneto», la zona «presenta
perdita demografica».
Se il buon giorno si vede
anche attraverso la lente del-
la diffusione della banda lar-
ga, soprattutto il Comelico ha
il freno a mano tirato. Scrive
il Comitato nazionale: «La
percentuale di popolazione
raggiunta da banda larga su
rete fissa maggiore di 2 mbps
e inferiore a 20 mbps è del
21,1% mentre la percentua-
le di popolazione raggiunta
da banda larga su rete fissa
non inferiore a 20 mbps è del
13,7% . Entrambi i valori so-
no tra i più bassi tra le aree
selezionate e risulta un gap
elevato anche rispetto alle
medie regionali aree interne
(32,9 e 38,3) e nazionali aree
interne (36,8 e 46,4)».
Decisamente meglio sta
l’Agordino, dove la popola-
zione non raggiunta da rete
fissa Adsl (quella inferiore
a 20 mega) è del 25,3% e la
popolazione non raggiunta
da banda larga (quella più
veloce) è del 12%.
Nell’insieme, due pagelle
per il Comelico e l’Agordino
che dovrebbero essere l’inizio
di un’approfondita riflessione
sul futuro e sui passi neces-
sari a superare le proprie
contraddizioni interne, che in
quest’occasione non gli han-
no consentito di superare del
tutto l’esame.
NELLA TABELLA i numeri del divario digitale, cioè delle differenze esistenti nei vari territori
nell’accesso a internet.
Fonte: elaborazioni Comitato nazionale per le aree interne – Diparti-
mento per lo sviluppo e la coesione territoriale (Dps)
.
NELLA TABELLA le competenze a scuola misurate attraverso i punteggi dei test Invalsi (classi
V primaria e III secondaria di primo grado, cioè elementari e medie).
Fonte: elaborazioni Comi-
tato nazionale per le aree interne – Dipartimento per lo sviluppo e la coesione territoriale (Dps)
.
divario digitale
confronti
le competenze a scuola
confronti
Agor-
dino
Come-
lico
Veneto
aree
interne
Veneto
Popolazione raggiunta da ADSL <20 mbps
40,4% 21,1% 32,9% 34,0%
Popolazione raggiunta da ADSL >20 mbps
34,3% 13,7% 38,3% 53,3%
Popolazione non raggiunta su rete fissa
25,3% 65,2% 28,8% 12,7%
Popolazione non raggiunta su rete fissa e mobile 12,0% 32,2% 11,5% 5,3%
Agor-
dino
Come-
lico
Veneto
aree
interne
Veneto
SCUOLA PRIMARIA
Test di italiano
74,5
72,7
75,3
75,9
Test di matematica
55,1
53,8
57,0
57,7
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
Test di italiano
72,7
70,2
71,4
72,4
Test di matematica
52,1
41,7
51,1
52,1
belluno
domenica 24 maggio
Un fiore nel Piave per una cultura di pace
In occasione del centenario della prima guerra mondiale
«Un fiore nel Piave. Per
una cultura di pace tra i po-
poli»: l’omaggio al fiume sacro
alla Patria e una riflessione
sull’inutilità delle guerre e
sull’importanza della pace
tra i popoli. Questo il titolo e
il senso della cerimonia che
si terrà domenica 24 maggio
a Belluno per iniziativa del
Comitato provinciale dell’As-
sociazione nazionale famiglie
caduti e dispersi in guerra
(Anfcdg), in collaborazione
con il Comune di Belluno, in
occasione del centenario della
prima guerra mondiale.
L’appuntamento, che gode
del patrocinio della Presi-
denza del Consiglio dei mi-
nistri, oltre che del Comitato
regionale veneto centenario
grande guerra, è stato an-
che inserito tra gli eventi del
«Dolomites Unesco LabFest
Sconfini» che ne ha valutato
l’attinenza al tema «Scon-
fini» con una motivazione
suggestiva: «Un Piave calmo
e placido che lasciava passa-
re i fanti per fare barriera
contro il nemico. Un Piave
che vedrà passare poi cada-
veri e «profughi ovunque dai
lontani monti». Un Piave che
fungerà da frontiera contro
gli avversari, ma a quale
prezzo! Oggi - cent’anni dopo
- un Piave inondato di petali e
note, e la promessa dei popo-
li delle Dolomiti di superare
quelle frontiere per costruire
un futuro insieme».
Il programma della cerimo-
nia prevede l’alzabandiera in
piazza dei Martiri a Belluno
alle ore 9.30, con la parteci-
pazione del gonfalone della
città, le autorità, il complesso
bandistico «Città di Belluno»,
un picchetto interforze, oltre
500 associati dell’ Anfcdg
provenienti da tutte le pro-
vince del Veneto, le associa-
zioni combattentistiche coi
loro labari e i cittadini che
vorranno intervenire.
Si proseguirà poi in corteo
alla volta della Basilica catte-
drale per la Santa Messa alle
ore 10, con la partecipazione
del Coro Minimo Bellunese.
Alle 11.15, tutti si ritrove-
ranno al ponte della Vittoria
per la cerimonia civile, con gli
interventi del sindaco, Jacopo
Massaro, del presidente na-
zionale Anfcdg, Rodolfo Bac-
ci, e con l’orazione ufficiale
della professoressa Adriana
Lotto.
Saranno proprio il sindaco
Massaro, il presidente Bac-
ci e la professoressa Lotto a
lanciare per primi un fiore
nelle acque del Piave, come
omaggio e ricordo per i caduti
e dispersi in guerra. Succes-
sivamente, tutti i presenti
saranno invitati a compiere
lo stesso gesto, lanciando un
fiore nel Piave.
Le fiorerie di Belluno as-
sociate alla Confcommercio
hanno prestato la loro col-
laborazione offrendo i fiori
che potranno essere lasciati
cadere nelle acque del Piave,
ma gli organizzatori auspica-
no che chi parteciperà possa
portare con sé dei fiori raccol-
ti nei prati.
La cerimonia al ponte del-
la Vittoria sarà presentata e
condotta dal giornalista Dino
Bridda. Sarà presente il Com-
plesso Bandistico “Città di
Belluno”, per l’accompagna-
mento musicale, e il picchetto
militare interforze per dare
la giusta solennità all’evento.
Per informazioni: Anfcdg
(t elefono 0437 25287,
anfcdgbelluno@alice.it) o
Sportello del Cittadino del
Comune di Belluno (telefono
0437 913222,
info@comune.
belluno.it
).