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Verso le elezioni regionali
L’Amico del Popolo
21 Maggio 2015 - N. 20
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La seconda parte del resoconto delle risposte all’intervista realizzata insieme dai settimanali diocesani della regione
Candidati alla presidenza del Veneto a confronto
Dal problema della tutela del territorio a quello delle scuole paritarie, ai criteri per dare vita alla nuova Giunta
Qui di seguito pubblichiamo la seconda parte dell’intervi-
sta realizzata insieme dai settimanali diocesani del Veneto
ai candidati alla presidenza della Regione. A causa di altri
impegni Jacopo Berti, che aveva accettato l’invito, non ha
partecipato all’incontro. Per questo le sue risposte, frutto di
un’intervista scritta sugli stessi temi proposti agli altri can-
didati, sono riportate sempre in fondo. Su alcune questioni
non compare l’opinione di Laura Di Lucia Coletti perché
giunta in ritardo all’appuntamento.
Qual è la vostra strategia di fondo per quanto riguarda le scuole
paritarie? Un bambino che frequenta la materna statale costa
6mila euro l’anno, un bambino che frequenta una paritaria la
metà. La Regione contribuisce ogni anno con qualche centinaia
di euro. È pensabile l’impegno da parte di vostra di raddoppiare
il contributo?
LUCA ZAIA –
Le scuole paritarie sono il segno di una con-
traddizione. Al di là della libertà di scelta, per 90mila
bambini non c’è posto in una scuola pubblica. Spendiamo,
nelle scuole paritarie 3.000 euro a bambino l’anno, lo
Stato contribuisce solo con 500 euro. Lo Stato, in Veneto,
risparmia così 430 milioni di euro. Vogliamo aumentare
il contributo, ma non mi sento di impegnarmi nel rad-
doppio. Dobbiamo fare una battaglia: a livello nazionale
è necessario che ci sia il riconoscimento del sacrificio del
Veneto. Inoltre bisogna uscire dal patto di stabilità. Sono
battaglie di civiltà.
ALESSIO MOROSIN –
Ho vissuto la questione della scuola pa-
ritaria in prima persona, con i miei figli. Per la collettività
le scuole paritarie sono risorsa straordinaria e una fonte
di risparmio. Allo Stato la scuola pubblica costa molto di
più. Le scuole cattoliche consentono di esprimere un’edu-
cazione coerente con la storia delle famiglie del territorio.
Quelle pubbliche hanno creato difficoltà, una lettura della
laicità che non sempre è coerente con le aspettative delle
nostre famiglie.
Quale sarà il futuro dell’Arpav, l’ente regionale che si occu-
pa di ambiente? Intendete rilanciarlo o riportare le sue com-
petenze nell’alveo delle Ulss? E sempre in tema di ambiente,
quali strategie adottare per valorizzare il Delta del Po, specie
se potrà fregiarsi del riconoscimento Unesco, ed evitare che la
pianificazione e promozione turistica finiscano per essere gestite
dall’Emilia Romagna?
Flavio Tosi -
Arpav oggi è gravemente sottofinanziata e
questo ha comportato una serie di limitazioni sulle capa-
cità operative.
Per quanto riguarda il Polesine, vale lo stesso discorso
della montagna: bisogna riconoscere la specificità di alcu-
ni territori per evitare che vengano penalizzati. Il nostro
programma parte dalla proposta di istituire proprio in
Polesine e nel Bellunese due zone franche che possano ri-
lanciarne l’economia. Non dimentichiamo il problema delle
trivellazioni in Alto Adriatico e delle possibili ricadute nel
nostro territorio: da tempo dico che Italia e Croazia devono
condividere la stessa scelta, o trivelliamo tutti o nessuno.
Ma nel Delta del Po questo va assolutamente escluso.
Laura Di lucia Coletti -
Rispetto all’Arpav, credo che bi-
sognerebbe per prima cosa intervenire sulla sua organiz-
zazione, riequilibrando una evidente sproporzione tra i
tanti dirigenti e i pochi dipendenti. La tutela ambientale
rappresenta un punto centrale del nostro programma ed è
una preoccupazione che sentiamo per tutto il Veneto perché
l’ambiente è una risorsa, anche dal punto di vista economi-
co. Per il Polesine, riconosciamo di non essere stati capaci
di farne “la Camargue italiana”, come tante volte si è detto
pomposamente, perché non abbiamo saputo fare sistema
rispetto a un territorio straordinario che va rilanciato in
un’ottica complessiva che guardi anche al rapporto con la
laguna di Venezia.
Luca Zaia -
Io non ho assolutamente riserve di pensare che
l’Arpav possa passare di nuovo sotto la sanità. Devo dire che
abbiamo anche tentato di mettere mano a una situazione
che è complessa nell’ambito del processo di revisione delle
società regionali: le resistenze non sono poche, anche per
questioni contrattuali del personale.
Quanto al Polesine come “Camargue del Veneto”, penso
anch’io sia un territorio fantastico. Attenzione però: chi
ha seguito la campagna elettorale in Emilia Romagna
ha ascoltato le stesse lamentele, ma a parti invertite. Il
riconoscimento Unesco è una grande opportunità, a due
condizioni: bisogna crederci seriamente e bisogna saper
lavorare insieme, anche oltre i confini regionali, evitando
di ripetere quanto accaduto con le Dolomiti. Se ci limitiamo
a litigare sulle sedi e la rappresentanza, pensando così di
“pesare” di più, perdiamo l’occasione.
Alessandra Moretti -
Conoscendo il Delta del Po, la sensa-
zione che provo nel visitarlo è di una profonda solitudine:
un territorio abbandonato, privo di una visione strategica
per il suo futuro. Ecco perché c’è bisogno di un grande
rilancio, un grande programma che valorizzi questo ter-
ritorio ricchissimo, anche dal punto di vista dei prodotti
agroalimentari di qualità e a marchio dop. Attraverso il
brand “Veneto Unesco”, che vogliamo lanciare, si potrà
riconoscere e valorizzare anche questa peculiarità, ma le
politiche occupazionali, di sostegno all’impresa e turistiche
dovranno essere molto precise.
Alessio Morosin -
Il Delta è uno dei patrimoni abbandonati
del Veneto, che vanno assolutamente valorizzati. Penso a
come è stata gestita la questione Expo: un grande spazio
sul tema “alimentazione e acque”, collocato a Venezia e col
territorio per antonomasia delle acque del tutto dimentica-
to per cecità o per colpa di una regione che non ha saputo
dedicare la giusta attenzione al progetto.
Per quanto riguarda Arpav, io penso sia una struttura
che deve lavorare in collegamento con le Ulss, ma conser-
vando la sua autonomia, altrimenti il rischio è quello di
far crollare l’attuale organizzazione della sanità e rendere
ancor più improduttiva l’Arpav. Che comunque oggi è un
elefante che va alleggerito.
Jacopo Berti -
“No Tav” e “no grandi navi” sono ormai dei
mantra per noi. Siamo contro le opere inutili e dannose
per l’ambiente e la salute. Mangiatoie per corrotti, pro-
sciugano le tasche dei cittadini e la loro vita, come Mose e
Pedemontana. Il M5s promuove opere e turismo sosteni-
bili, una gestione dei rifiuti ecologica, la prevenzione del
dissesto idrogeologico. Valorizzazione responsabile delle
attrazioni turistiche e culturali, riqualificando paesag-
gi, monumenti e bellezze naturali; incremento sostenibile
delle presenze, puntando su permanenze di lungo periodo,
destagionalizzazione, promozione dei luoghi meno frequen-
tati e miglioramento qualitativo della domanda per quelli
più congestionati; diffusione più omogenea nel territorio
delle manifestazioni culturali; creazione di corridoi natu-
rali e agroalimentari per mettere a sistema le aree verdi;
organizzazione di un sistema di trasporti coordinato e di
sentieri e piste per spostamenti privi di mezzi motorizzati;
favorire la creatività e la tutela di artigianato ed eventi
legati alla tradizione culturale. Può bastare? E dicono che
diciamo solo “no”.
FLAVIO TOSI –
La Regione deve pagare in tempo utile le scuo-
le paritarie e la cosa è fattibile. Questo è possibile anche
con il patto di stabilità, che c’è anche nei Comuni. La mia
città è il miglior Comune pagatore, il terzo d’Italia. Paga-
re in tempo si può, le scuole paritarie stanno aspettando
i soldi dalla Regione da 18 mesi. C’è bisogno di effettiva
parità. L’esempio di Verona: l’anno scorso 8 insegnanti della
comunale sono andate in pensione. Le famiglie restavano
senza servizi. Anziché riassumerle, il Comune ha integrato
la differenza piena della retta per i genitori che mandava-
no i figli alla paritaria. Come Comune alla fine abbiamo
risparmiato e dato posti in più alle paritarie. Questo porta
ad aumentare il contributo.
ALESSANDRA MORETTI –
Fu Berlinguer a equiparare la scuo-
la paritaria a quella pubblica, sostenendo la necessità di
garantire pluralismo educativo e libertà di scelta della fa-
miglia per i valori e la cultura. A questo grande progetto
manca l’elemento della contribuzione. Sono stata assesso-
re all’istruzione a Vicenza: con il sindaco Achille Variati
abbiamo aumentato il contributo per le paritarie, a fronte
di un patto educativo. è stato un lavoro straordinario. Il
Comune siglò un patto educativo su quale città costruire:
solidarietà verso bambini disagiati, immigrati. Questo si
può fare con il modello emiliano: rimborso mensile della
quota regionale alla scuola, per dare la possibilità di piani-
ficare tutti i progetti, e aumento dei contributo attraverso
dei voucher che integrino la differenza.
Jacopo Berti -
Abbiamo duramente contestato questa rifor-
ma scolastica che nonostante le proteste continua a man-
tenere degli elementi che consideriamo negativi. Il M5S è
convinto che vada restituita dignità alla scuola pubblica,
mentre questa del Governo è una legge che trasforma le
scuole in istituti sempre più in balia dei finanziamenti
privati.
Secondo quali criteri costruirete la vostra giunta? E quale sarà
il primo provvedimento che porterete in giunta se sarete presi-
dente del Veneto?
Alessandra Moretti -
La giunta futura dovrà essere com-
posta da persone capaci, competenti e meritevoli. Al presi-
dente tocca il compito di offrire la visione strategica, l’idea
di quale Veneto costruire nei prossimi dieci anni. Poi io
credo debba avere l’umiltà di circondarsi di persone più
capaci e competenti di lui. Nella prima riunione di giunta
metteremo subito mano al “jobs act” veneto, per il rilancio
dell’occupazione e delle imprese, e a un taglio importante
dei costi della politica.
Luca Zaia -
La giunta verrà costituita da persone che sce-
glierò in base alla loro professionalità, non prescindendo
dalla qualità degli eletti, visto che ricordo che almeno metà
della giunta dev’essere costituita da consiglieri regionali. Il
primo provvedimento sarà in continuità col nostro lavoro
attuale: abbiamo un piano straordinario per il lavoro che
prevede risorse per oltre 700 milioni di euro già negoziate
con l’Europa e su questo dobbiamo investire con decisione.
Alessio Morosin -
Per uno come me che parla di indipen-
denza è chiaro che subito dopo la vittoria elettorale debba
partire una vera fase costituente, e già abbiamo le profes-
sionalità disponibili ad accompagnarci in questo lavoro.
La prima azione sarà comunque quella di agire sul residuo
fiscale, 21 miliardi di euro di risorse sottratte a questo
territorio che ci devono essere restituite. Secondo impegno:
tutelare il diritto di voto dei veneti sulla legge 16 che indice
il referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto. Con
ogni probabilità sarà bocciata, ma bisognerà ripresentarla
con un testo diverso e andare comunque a votare, checché
ne dica il Governo.
Flavio Tosi -
La nostra giunta sarà costruita in modo da
garantire la rappresentanza di tutte le province, a parte
Verona che esprimerà il presidente, e con un’ampia rap-
presentanza femminile al suo interno. Intendo comunque
privilegiare i consiglieri regionali eletti invece di cercare
“esterni”, anche per ragioni di costo, cercando in Consiglio
le competenze necessarie. Primo provvedimento: applicare
il criterio contributivo ai vitalizi oggi percepiti dagli ex
consiglieri regionali e a quelli che percepiranno in futuro
gli attuali consiglieri.
Laura di lucia Coletti -
Nella composizione della futura
giunta, una necessità imprescindibile è quella della ri-
generazione, del ricambio del personale politico, in nome
delle competenze. Primo punto su cui intervenire è lo stop
alla corruzione, con una moratoria degli appalti a livello
regionale, la riattivazione delle commissioni d’inchiesta, il
controllo delle opere realizzate o in via di realizzazione col
metodo del project financing. In questi anni la corruzione
ha pesato sulle tasche dei cittadini e ha rotto i legami di
solidarietà nel nostro territorio. Da qui dobbiamo ripartire
per cambiare davvero.
Dall’alto a sinistra: Luca Zaia, Flavio Tosi, Alessio Morosin,
Alessandra Moretti, Laura Di Lucia Coletti, Jacopo Berti.
Tutela del territorio
Scuole paritarie
La Giunta che verrà