Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  5 / 48 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 5 / 48 Next Page
Page Background

5

Verso le elezioni regionali

L’Amico del Popolo

21 Maggio 2015 - N. 20

MOLINO

FRANCESCHET

Mangimi e farine

Alimenti per cani e gatti

Attrezzature per la zootecnica

Pellet tronchetti e carbone

PRENOTA

ORA

IL TUO

PELLET E LA

LEGNA SU BANCALI,

IL PRESTAGIONALE

CONVIENE

!

Località Gron, 58 - Sospirolo (Belluno)

tel. & fax 0437 89132 - mail:

molino.franceschet@libero.it

cell. + 39 348 8248603

cell. + 39 340 3451782

POSSIBILITÀ

DI

CONSEGNA

A DOMICILIO

La seconda parte del resoconto delle risposte all’intervista realizzata insieme dai settimanali diocesani della regione

Candidati alla presidenza del Veneto a confronto

Dal problema della tutela del territorio a quello delle scuole paritarie, ai criteri per dare vita alla nuova Giunta

Qui di seguito pubblichiamo la seconda parte dell’intervi-

sta realizzata insieme dai settimanali diocesani del Veneto

ai candidati alla presidenza della Regione. A causa di altri

impegni Jacopo Berti, che aveva accettato l’invito, non ha

partecipato all’incontro. Per questo le sue risposte, frutto di

un’intervista scritta sugli stessi temi proposti agli altri can-

didati, sono riportate sempre in fondo. Su alcune questioni

non compare l’opinione di Laura Di Lucia Coletti perché

giunta in ritardo all’appuntamento.

Qual è la vostra strategia di fondo per quanto riguarda le scuole

paritarie? Un bambino che frequenta la materna statale costa

6mila euro l’anno, un bambino che frequenta una paritaria la

metà. La Regione contribuisce ogni anno con qualche centinaia

di euro. È pensabile l’impegno da parte di vostra di raddoppiare

il contributo?

LUCA ZAIA –

Le scuole paritarie sono il segno di una con-

traddizione. Al di là della libertà di scelta, per 90mila

bambini non c’è posto in una scuola pubblica. Spendiamo,

nelle scuole paritarie 3.000 euro a bambino l’anno, lo

Stato contribuisce solo con 500 euro. Lo Stato, in Veneto,

risparmia così 430 milioni di euro. Vogliamo aumentare

il contributo, ma non mi sento di impegnarmi nel rad-

doppio. Dobbiamo fare una battaglia: a livello nazionale

è necessario che ci sia il riconoscimento del sacrificio del

Veneto. Inoltre bisogna uscire dal patto di stabilità. Sono

battaglie di civiltà.

ALESSIO MOROSIN –

Ho vissuto la questione della scuola pa-

ritaria in prima persona, con i miei figli. Per la collettività

le scuole paritarie sono risorsa straordinaria e una fonte

di risparmio. Allo Stato la scuola pubblica costa molto di

più. Le scuole cattoliche consentono di esprimere un’edu-

cazione coerente con la storia delle famiglie del territorio.

Quelle pubbliche hanno creato difficoltà, una lettura della

laicità che non sempre è coerente con le aspettative delle

nostre famiglie.

Quale sarà il futuro dell’Arpav, l’ente regionale che si occu-

pa di ambiente? Intendete rilanciarlo o riportare le sue com-

petenze nell’alveo delle Ulss? E sempre in tema di ambiente,

quali strategie adottare per valorizzare il Delta del Po, specie

se potrà fregiarsi del riconoscimento Unesco, ed evitare che la

pianificazione e promozione turistica finiscano per essere gestite

dall’Emilia Romagna?

Flavio Tosi -

Arpav oggi è gravemente sottofinanziata e

questo ha comportato una serie di limitazioni sulle capa-

cità operative.

Per quanto riguarda il Polesine, vale lo stesso discorso

della montagna: bisogna riconoscere la specificità di alcu-

ni territori per evitare che vengano penalizzati. Il nostro

programma parte dalla proposta di istituire proprio in

Polesine e nel Bellunese due zone franche che possano ri-

lanciarne l’economia. Non dimentichiamo il problema delle

trivellazioni in Alto Adriatico e delle possibili ricadute nel

nostro territorio: da tempo dico che Italia e Croazia devono

condividere la stessa scelta, o trivelliamo tutti o nessuno.

Ma nel Delta del Po questo va assolutamente escluso.

Laura Di lucia Coletti -

Rispetto all’Arpav, credo che bi-

sognerebbe per prima cosa intervenire sulla sua organiz-

zazione, riequilibrando una evidente sproporzione tra i

tanti dirigenti e i pochi dipendenti. La tutela ambientale

rappresenta un punto centrale del nostro programma ed è

una preoccupazione che sentiamo per tutto il Veneto perché

l’ambiente è una risorsa, anche dal punto di vista economi-

co. Per il Polesine, riconosciamo di non essere stati capaci

di farne “la Camargue italiana”, come tante volte si è detto

pomposamente, perché non abbiamo saputo fare sistema

rispetto a un territorio straordinario che va rilanciato in

un’ottica complessiva che guardi anche al rapporto con la

laguna di Venezia.

Luca Zaia -

Io non ho assolutamente riserve di pensare che

l’Arpav possa passare di nuovo sotto la sanità. Devo dire che

abbiamo anche tentato di mettere mano a una situazione

che è complessa nell’ambito del processo di revisione delle

società regionali: le resistenze non sono poche, anche per

questioni contrattuali del personale.

Quanto al Polesine come “Camargue del Veneto”, penso

anch’io sia un territorio fantastico. Attenzione però: chi

ha seguito la campagna elettorale in Emilia Romagna

ha ascoltato le stesse lamentele, ma a parti invertite. Il

riconoscimento Unesco è una grande opportunità, a due

condizioni: bisogna crederci seriamente e bisogna saper

lavorare insieme, anche oltre i confini regionali, evitando

di ripetere quanto accaduto con le Dolomiti. Se ci limitiamo

a litigare sulle sedi e la rappresentanza, pensando così di

“pesare” di più, perdiamo l’occasione.

Alessandra Moretti -

Conoscendo il Delta del Po, la sensa-

zione che provo nel visitarlo è di una profonda solitudine:

un territorio abbandonato, privo di una visione strategica

per il suo futuro. Ecco perché c’è bisogno di un grande

rilancio, un grande programma che valorizzi questo ter-

ritorio ricchissimo, anche dal punto di vista dei prodotti

agroalimentari di qualità e a marchio dop. Attraverso il

brand “Veneto Unesco”, che vogliamo lanciare, si potrà

riconoscere e valorizzare anche questa peculiarità, ma le

politiche occupazionali, di sostegno all’impresa e turistiche

dovranno essere molto precise.

Alessio Morosin -

Il Delta è uno dei patrimoni abbandonati

del Veneto, che vanno assolutamente valorizzati. Penso a

come è stata gestita la questione Expo: un grande spazio

sul tema “alimentazione e acque”, collocato a Venezia e col

territorio per antonomasia delle acque del tutto dimentica-

to per cecità o per colpa di una regione che non ha saputo

dedicare la giusta attenzione al progetto.

Per quanto riguarda Arpav, io penso sia una struttura

che deve lavorare in collegamento con le Ulss, ma conser-

vando la sua autonomia, altrimenti il rischio è quello di

far crollare l’attuale organizzazione della sanità e rendere

ancor più improduttiva l’Arpav. Che comunque oggi è un

elefante che va alleggerito.

Jacopo Berti -

“No Tav” e “no grandi navi” sono ormai dei

mantra per noi. Siamo contro le opere inutili e dannose

per l’ambiente e la salute. Mangiatoie per corrotti, pro-

sciugano le tasche dei cittadini e la loro vita, come Mose e

Pedemontana. Il M5s promuove opere e turismo sosteni-

bili, una gestione dei rifiuti ecologica, la prevenzione del

dissesto idrogeologico. Valorizzazione responsabile delle

attrazioni turistiche e culturali, riqualificando paesag-

gi, monumenti e bellezze naturali; incremento sostenibile

delle presenze, puntando su permanenze di lungo periodo,

destagionalizzazione, promozione dei luoghi meno frequen-

tati e miglioramento qualitativo della domanda per quelli

più congestionati; diffusione più omogenea nel territorio

delle manifestazioni culturali; creazione di corridoi natu-

rali e agroalimentari per mettere a sistema le aree verdi;

organizzazione di un sistema di trasporti coordinato e di

sentieri e piste per spostamenti privi di mezzi motorizzati;

favorire la creatività e la tutela di artigianato ed eventi

legati alla tradizione culturale. Può bastare? E dicono che

diciamo solo “no”.

FLAVIO TOSI –

La Regione deve pagare in tempo utile le scuo-

le paritarie e la cosa è fattibile. Questo è possibile anche

con il patto di stabilità, che c’è anche nei Comuni. La mia

città è il miglior Comune pagatore, il terzo d’Italia. Paga-

re in tempo si può, le scuole paritarie stanno aspettando

i soldi dalla Regione da 18 mesi. C’è bisogno di effettiva

parità. L’esempio di Verona: l’anno scorso 8 insegnanti della

comunale sono andate in pensione. Le famiglie restavano

senza servizi. Anziché riassumerle, il Comune ha integrato

la differenza piena della retta per i genitori che mandava-

no i figli alla paritaria. Come Comune alla fine abbiamo

risparmiato e dato posti in più alle paritarie. Questo porta

ad aumentare il contributo.

ALESSANDRA MORETTI –

Fu Berlinguer a equiparare la scuo-

la paritaria a quella pubblica, sostenendo la necessità di

garantire pluralismo educativo e libertà di scelta della fa-

miglia per i valori e la cultura. A questo grande progetto

manca l’elemento della contribuzione. Sono stata assesso-

re all’istruzione a Vicenza: con il sindaco Achille Variati

abbiamo aumentato il contributo per le paritarie, a fronte

di un patto educativo. è stato un lavoro straordinario. Il

Comune siglò un patto educativo su quale città costruire:

solidarietà verso bambini disagiati, immigrati. Questo si

può fare con il modello emiliano: rimborso mensile della

quota regionale alla scuola, per dare la possibilità di piani-

ficare tutti i progetti, e aumento dei contributo attraverso

dei voucher che integrino la differenza.

Jacopo Berti -

Abbiamo duramente contestato questa rifor-

ma scolastica che nonostante le proteste continua a man-

tenere degli elementi che consideriamo negativi. Il M5S è

convinto che vada restituita dignità alla scuola pubblica,

mentre questa del Governo è una legge che trasforma le

scuole in istituti sempre più in balia dei finanziamenti

privati.

Secondo quali criteri costruirete la vostra giunta? E quale sarà

il primo provvedimento che porterete in giunta se sarete presi-

dente del Veneto?

Alessandra Moretti -

La giunta futura dovrà essere com-

posta da persone capaci, competenti e meritevoli. Al presi-

dente tocca il compito di offrire la visione strategica, l’idea

di quale Veneto costruire nei prossimi dieci anni. Poi io

credo debba avere l’umiltà di circondarsi di persone più

capaci e competenti di lui. Nella prima riunione di giunta

metteremo subito mano al “jobs act” veneto, per il rilancio

dell’occupazione e delle imprese, e a un taglio importante

dei costi della politica.

Luca Zaia -

La giunta verrà costituita da persone che sce-

glierò in base alla loro professionalità, non prescindendo

dalla qualità degli eletti, visto che ricordo che almeno metà

della giunta dev’essere costituita da consiglieri regionali. Il

primo provvedimento sarà in continuità col nostro lavoro

attuale: abbiamo un piano straordinario per il lavoro che

prevede risorse per oltre 700 milioni di euro già negoziate

con l’Europa e su questo dobbiamo investire con decisione.

Alessio Morosin -

Per uno come me che parla di indipen-

denza è chiaro che subito dopo la vittoria elettorale debba

partire una vera fase costituente, e già abbiamo le profes-

sionalità disponibili ad accompagnarci in questo lavoro.

La prima azione sarà comunque quella di agire sul residuo

fiscale, 21 miliardi di euro di risorse sottratte a questo

territorio che ci devono essere restituite. Secondo impegno:

tutelare il diritto di voto dei veneti sulla legge 16 che indice

il referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto. Con

ogni probabilità sarà bocciata, ma bisognerà ripresentarla

con un testo diverso e andare comunque a votare, checché

ne dica il Governo.

Flavio Tosi -

La nostra giunta sarà costruita in modo da

garantire la rappresentanza di tutte le province, a parte

Verona che esprimerà il presidente, e con un’ampia rap-

presentanza femminile al suo interno. Intendo comunque

privilegiare i consiglieri regionali eletti invece di cercare

“esterni”, anche per ragioni di costo, cercando in Consiglio

le competenze necessarie. Primo provvedimento: applicare

il criterio contributivo ai vitalizi oggi percepiti dagli ex

consiglieri regionali e a quelli che percepiranno in futuro

gli attuali consiglieri.

Laura di lucia Coletti -

Nella composizione della futura

giunta, una necessità imprescindibile è quella della ri-

generazione, del ricambio del personale politico, in nome

delle competenze. Primo punto su cui intervenire è lo stop

alla corruzione, con una moratoria degli appalti a livello

regionale, la riattivazione delle commissioni d’inchiesta, il

controllo delle opere realizzate o in via di realizzazione col

metodo del project financing. In questi anni la corruzione

ha pesato sulle tasche dei cittadini e ha rotto i legami di

solidarietà nel nostro territorio. Da qui dobbiamo ripartire

per cambiare davvero.

Dall’alto a sinistra: Luca Zaia, Flavio Tosi, Alessio Morosin,

Alessandra Moretti, Laura Di Lucia Coletti, Jacopo Berti.

Tutela del territorio

Scuole paritarie

La Giunta che verrà