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BELLUNO

Fiori di carta

per le mamme

A pagina 12

Feltre

I primi artigiani

ai Palazzetti

A pagina 16

ampezzo

1415, Cortina

compra Ospitale

A pagina 20

cadore

Lorenzago, la sede

dei Pompieri

A pagina 22

comelico

Premiati

i «Comelianti»

A pagina 27

agordino

Mini lettori

a Cencenighe

A pagina 26

zoldo

Pralongo, domenica con gli Emigranti

per una Festa dello Sport corale

A pagina 33

alpago

Pieve ha premiato

Mares tricolore

A pagina 34

Anno CIII - N. 11 - 6 marzo 2011

Una copia 1 - ccp 11622321

GIORNALE FONDATONEL 1909

DA 100 ANNI IL TUOAMICO

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I

E FONDATO NEL 1909

a 1 6 anni il tuo amico

Postit

Il 24 maggio

l’esercito marciava...

Era un lunedì il 24 maggio 1915; il Piave mormora-

va e gli italiani erano inviati alla morte per l’inutile

strage.

«Guerra! La parola formidabile tuona da un capo

all’altro d’Italia e si avventa alla frontiera orientale,

dove i cannoni la ripeteranno agli echi delle terre che

aspettano la liberazione: guerra! È l’ultima guerra

dell’indipendenza». Così in prima pagina il Corriere

della Sera che riporta anche le parole del re Vittorio

Emanuele III rivolte alla nazione: «Soldati di terra e

di mare! L’ora solenne delle rivendicazioni nazionali è

sonata. A voi la gloria di piantare il tricolore…A voi la

gloria di compiere finalmente l’opera con tanto eroismo

iniziata dai nostri padri». La Grande guerra iniziava

anche per gli italiani, ed erano i figli dei contadini dei

nostri paesi a essere spediti al fronte come carne da

macello mentre i fautori della guerra se ne stavano

tranquilli a proclamarne la «gioia e la bellezza». Ma

forse non abbiamo imparato nulla!

in tremila anche da belluno feltre e cadore

All’Aquila l’88

a

Adunata degli Alpini

300mila le Penne Nere scese in Abruzzo per l’immancabile appuntamento

L’adunata degli alpini si

è svolta in una città anco-

ra profondamente ferita

dalle distruzioni del sisma.

Mentre la popolazione cer-

ca faticosamente una via di

normalità e in periferia la

vita si svolge attorno alle

abitazioni alternative sorte

dopo il terremoto, il centro

appare svuotato e la sugge-

stione che pervade è di pro-

fondo abbandono. La sensa-

zione provata da quei primi

volontari che scesero dopo il

sisma è che poco da allora

sia cambiato. La gente appa-

re segnata ma tuttavia non

rassegnata, con tanta voglia

di riprendersi.

L’adunata per molti alpini

è quindi stata una emozione

doppia, adunata e ritorno a

L’Aquila.

È stato giusto utilizzare

una città ancora così fra-

gile? Con strutture ancora

non completamente rodate

ai grandi ammassamenti?

Va detto subito che la par-

tecipazione e l’accoglienza

degli aquilani e abruzzesi

è stata sicuramente positi-

va. Una città che attendeva

gli alpini, conferma per l’A-

na Cadore Antonio Cason.

Il quale utilizza la parola

«tripudio» per gli applausi

ricevuti.

Riportiamo le parole di un

altro partecipante per chia-

rire meglio: «È valso la pena

sacrificarsi e fare l’adunata

in una città messa ancora

un po’ sottosopra per l’alto

valore simbolico che l’inizia-

tiva ha rivestito per questo

luogo. È tuttavia vero che la

città non poteva offrire gli

agi di una città normale, pe-

rò tutti sacrifici superabili».

Non va sottaciuto che anche

dal punto di vista economico

il tutto può aver comportato

una boccata d’ossigeno per

la zona.

Carla Laguna

Le Penne Nere in una città ancora ferita

Dai nostri paesi

Sono state oltre 300mila

le persone che hanno parte-

cipato e assistito alla 88esi-

ma Adunata degli Alpini a

L’Aquila.

In tale cifra rientrano le

circa 60mila penne nere (di

cui 10mila in armi) giunte

da tutta l’Italia e anche dai

cinque continenti (ove sono

presenti complessivamente

30 sezioni dell’Ana).

Per la nostra provincia

la stima azzarda la quota

3mila, una presenza sicu-

ramente rimarchevole vista

la grande distanza. Trecen-

to, infine, i cadorini. Alla

sfilata, preceduta da molti

altri momenti significati-

vi, era presente il ministro

della Difesa Roberta Pi-

notti il presidente dell’Ana

Sebastiano Favero, il sin-

daco della città ospitante

Massimo Cialente, il Capo

di Stato maggiore della Di-

fesa gen. Claudio Graziano

e dell’Esercito, gen. Danilo

Errico e il comandante delle

Truppe Alpine gen. Federico

Bonato.

L’onore dell’apertura della

sfilata è stato lasciato agli

alpini del 9° reggimento, at-

tualmente inquadrati nella

brigata Taurinense seguiti

dagli ufficiali delle Truppe

Alpine.

Una «marcia» di alpini du-

rata quasi dieci ore che ha

visto i partecipanti percor-

rere i circa due chilometri

e mezzo sempre applauditi.

Con particolari ovazioni per

i volontari della Protezione

Civile Ana. Gli aquilani

e abruzzesi non hanno di-

menticato chi fu presente

e operativo in mezzo a loro

dopo il disastroso sisma del

6 aprile 2009. Con allora i

bellunesi presenti sul campo

già a poche ore dalla diffu-

sione della notizia, mentre

complessivamente a livello

nazionale furono 8mila gli

alpini a l’Aquila in quel ter-

ribile periodo.

L’arrivo dei bellunesi sotto

il palco d’onore ha fatto re-

gistrare un ritardo di circa

un’ora rispetto alla tabella

di marcia, tempo che co-

munque è stato produttivo

per far conoscere attraverso

la voce degli speaker quan-

to il territorio bellunese è in

grado di offrire in termini di

bellezza.

La presenza della nostra

provincia è stata aperta

dalla sezione Ana di Bel-

luno, seguita da quella del

Cadore, Feltre e infine dal

Gruppo di Artiglieria da

montagna di Agordo. Le tre

prime sezioni indossavano

le magliette che tradizional-

mente ricostruiscono con i

loro tre colori la bandiera

italiana. Il territorio bel-

lunese era rappresentato

anche da varie personalità

politiche. Non mancavano

infatti un nutrito gruppo

di sindaci o loro rappresen-

tanti con il vice-presidente

della Provincia Roberto Pa-

drin, il senatore Giovanni

Piccoli, il vice presidente

del Consiglio veneto Matteo

Toscani, il consigliere pro-

vinciale Serenella Bogana.

Fra gli ufficiali presenti,

anche l’attuale comandan-

te del Battaglione Feltre il

tenente colonnello Franco

Del Favero recentemen-

te insignito della Croce di

bronzo al merito per il suo

operato quale Comandante

del Battaglione «Transition

Support Unit Centre» in Af-

ghanistan nel 2013.

La lunga sfilata di alpini

ha visto a chiusura il pas-

saggio dell’Ana di Asti, città

che nel 2016 ospiterà la 89ª

Adunata. Si sta lavorando

perché nel 2017, a ricordo

dei momenti terribili della

Grande Guerra vissuti 100

anni fa, l’adunata nazionale

si svolga nel Veneto.

Come non riportare alcuni dei motti presenti sugli striscioni, troppo intensi i messaggi lanciati.

«L’Aquila torna a volare se tutti fanno il loro dovere». «Il senso del dovere ricostruisce uomini e

cit-tà». «L’Aquila noi c’eravamo e ci siamo». «Dalla città del Piave un abbraccio alpino». E infine

un ultimo che riassume la decisione del Comune di Longarone che in occasione del 3 ottobre

2015 conferirà la Cittadinanza onoraria all’Ana.

«La bella del Cadore»...

Da moltissimi anni gli alpini cadorini hanno in uso

l’utilizzo della canzone «La bella del Cadore» nei

loro raduni. Restava sempre la difficoltà di ricor-

dare esattamente le parole. Difficoltà questa volta

superata. Per la sfilata sono state distribuite delle

casacche logicamente rosse, colore della sezione, che

riportavano sulla schiena (ottimo quindi per coloro

che seguivano) alcuni versi dell’inno. L’esperimento

sembra sia andato abbastanza bene.